donne chiesa mondo - n. 49 - settembre 2016
DONNE CHIESA MONDO 22 DONNE CHIESA MONDO 23 S CAFFALE FILOSOFICO D onna non si nasce, si diventa. Questa semplice frase riassume l’esplosivo contenuto del capola- voro di Simone de Beauvoir, uscito con grande scandalo nel 1949 (e inserito nel 1956 nell’Indice dei libri proibiti). Essere donna non è un fatto naturale, non si spiega con la biologia né con la psico- analisi. È un fatto culturale, il risultato dell’azione di processi di costruzione simbolica che sono all’origine della storia umana. Le don- tra i sessi c’è una gerarchia. L’uomo costruisce la sua libertà nel rapporto con l’altro che è la donna; la donna non costruisce la sua libertà perché non pone l’uomo come suo altro e non riesce a uscire dalla sua posizione di oggetto. Resta impigliata nella biologia, preda della spe- cie e perciò preda delle costruzioni culturali sull’essenza del femminile. Se ci chiediamo, a distanza di più di ses- sant’anni, quale sia il lascito della filosofa al femminismo novecentesco, non possiamo non rilevare il carattere seminale del suo pensiero. La negazione della base biologica dell’essere donna, anche se declinata in modi diversi, è maggioritaria nel femminismo, così come la in- dividuazione dei caratteri attribuiti alla donna dal pensiero maschile. Per questo aspetto pos- siamo vedere nel suo approccio un primo esem- pio di decostruzione dell’identità. Ma la ragione principale dell’interesse del Secondo sesso oggi sta proprio nell’impianto filosofico di origine esistenzialista, e quindi nel suo mettere al centro la questione della libertà. La libertà è il tema su cui convergono femminismi anche molto diversi tra loro, ed è proprio intesa come l’ha intesa Si- mone de Beauvoir: non come somma di diritti o di opportunità, ma come un liberamente, origi- nariamente definire il proprio stare nel mondo da sé, sulla propria base. In lei questa intuizio- ne prende i colori della filosofia sartriana. Que- sto approccio appare lontano dalla più recente sensibilità della ricerca femminista ai temi della cura e delle relazioni. Ma la tensione etica verso la riappropriazione di un senso universale dell’essere donna come essere umano che deve conquistare la sua posizione indipendente nel mitsein , nell’essere insieme, fa della filosofa una non dimenticabile madre del femminismo. ne che oggi hanno acquistato i diritti di una formale eguaglianza si trovano, secondo la scrit- trice francese, di fronte all’immane compito di scoprire chi sono. Nessuna donna infatti può pretendere di porsi al di là del proprio sesso: nemmeno una donna privilegiata come lei, che non ha sperimentato direttamente la discrimina- zione. Ciò a cui nessuna donna può sfuggire è la domanda su che cosa significa essere una donna. L’identità femminile è qualcosa di estra- neo, costruita dallo sguardo dell’uomo. La don- na non è se stessa ma l’atro dell’uomo, il suo oggetto. Il rapporto tra i due sessi non è un rapporto di reciproco riconoscimento, nel quale le due coscienze si relativizzano a vicenda. Per- ciò la donna non è altro che il secondo sesso: Simone de Beauvoir madre del femminismo di C LAUDIA M ANCINA F OCUS di L UCETTA S CARAFFIA G iovannella Baggio è stata impegnata nell’Agesci e ha ricoperto il ruo- lo di presidente del comitato centrale (1980-1985) e di Capo guida d’Italia (1996-1999), cioè il massimo grado del mondo scout. L’Agesci è un’associazione educativa per ragazzi e ragazze che prevede una diarchia di tutte le posizioni direttive: dai capi a tutte le cariche pro- vinciali, regionali e nazionali. E forse questa esperienza di vita in un’organizzazione maschile e femminile non è stata estranea alla na- scita del suo interesse scientifico verso la medicina e la farmacologia differenziate secondo il genere. Un tipo di ricerca che, lei stessa rac- conta, era quasi inesplorata fino a pochi anni fa: «Nella medicina in- fatti vi era un baratro di conoscenze: come se fosse rimasta ferma agli anni Quaranta. Le scoperte degli ultimi cinquant’anni in medicina infatti sono state ottenute da lavori nei quali il genere femminile era trascurato. Dobbiamo quindi ripartire a studiare le differenze di ge- Una ricerca quasi inesplorata
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