donne chiesa mondo - n. 48 - luglio 2016
DONNE CHIESA MONDO 12 DONNE CHIESA MONDO 13 Haifa. Avevo un po’ di paura ma poi l’impiegato mi ha detto “Vada, sorella, vedrà che potrà fare il bene”». È venuta a Gerusalemme, nel- la Casa di Musrara, nel 1966. «Qui era l’ultima strada, al di là c’era la Cisgiordania, ma noi non passavamo da questa strada per andarci, ma dalla Porta di Mandelbaum e sempre con il passaporto. Per le ce- rimonie religiose andavamo a Notre Dame, che era molto più piccola di ora». Avevano di nuovo per loro tutta la casa, dopo che l’Univer- sità Ebraica, che aveva preso in affitto per alcuni anni le due ali, l’aveva lasciata. «Ma avevamo molti ladri, io alle volte gli correvo dietro ma avevo un po’ paura. Erano gli ebrei marocchini e i poveri. Ci tiravano pietre, ma il governo israeliano e la polizia ci difendeva- no». Siamo negli anni immediatamente precedenti la guerra dei Sei giorni, che avrebbe radicalmente trasformato il panorama politico della zona. «Qui c’era tanta povertà, tutto era rotto, le altre suore avevano iniziato ad aggiustare, ma insomma c’era ancora tanto da fa- re. Eravamo noi due, suor Caterina e io: ci siamo tirate su le maniche e avanti! Sono partita due mesi prima della guerra dei Sei giorni, mandata in Egitto, al Cairo, dove sono rimasta sedici anni. Poi sono tornata a Gerusalemme». Interviene suor Caterina. È nata nel 1933 in Piemonte in un paesino in provincia di Asti, è in Medio oriente dal 1964 e ha vissuto la guerra del 1967 nel monastero salesiano di Cre- misan, a Betlemme, che allora era in Giordania. Ricorda le novizie arabe, siriane, libanesi ed egiziane, sei o sette, obbligate dalle loro fa- che e appassionate, insieme a spaccati di rapporti tra i cristiani e gli arabi e gli ebrei. Solo a Gerusalemme poteva esistere una mescolanza di questo genere, viene subito da pensare ascoltando i loro racconti e soprattutto lasciando che, dietro le parole, emerga la percezione di questo mondo affascinante e complesso. Tutte sono passate, prima di fermarsi a Gerusalemme, da altre sedi del Medio oriente, Siria, Liba- no, Egitto. Sedi difficili, teoricamente definite sedi missionarie, anche se a una mia domanda specifica le suore mi dicono di non aver mai avuto conversioni, né spontanee né tanto meno da loro sollecitate, e di aver sempre rispettato la religione dell’altro. Nella scuola, ora co- me in passato, ci sono lezioni di religione cattolica per i bambini cat- tolici e lezioni di religione islamica per quelli musulmani. Tutte le suore hanno attraversato periodi di guerra, hanno vissuto sotto i bombardamenti, hanno costruito e ricostruito dopo le distruzioni. Sembrano molto serene. Parla suor Sabina, arrivata dall’Italia in Israele nell’agosto del 1957: «Al porto di Napoli mi hanno detto che c’era stato un attentato a Gioca a favore della vita La Rete internazionale della vita consacrata contro il traffico di persone lancia una campagna invitando tutti i turisti che si recheranno a Rio per le olimpiadi a denunciare ogni forma di sfruttamento di cui verranno a conoscenza, soprattutto lo sfruttamento sessuale di bambini e adolescenti. 100 è il numero telefonico gratuito da chiamare. Possono essere presentate denunce anche in forma anonima, precisa suor Gabriella Bottani, coordinatrice di Talitha Kum. @UISGRoma www.uisg.org Tante donne nel Parlamento iraniano In tutta la storia della Repubblica Islamica dell’Iran è la prima volta che le donne D AL MONDO miglie a lasciare il convento per la guerra. Gli arabi avevano molta paura degli israeliani, racconta, c’era vivo il ricordo della guerra del 1948. È arrivata a Gerusalemme nel 1988, quindi alla fine della prima in- tifada: «Allora c’era solo una piccola scuola di bambini, un asilo, cin- que bambini arabi, avevano paura di mandarli, poi si sono tranquil- lizzati, non è mai successo niente in tutti questi anni». Più tardi, hanno creato una scuola di computer e una di sartoria e ricamo. È ancora suor Sabina a parlare: «Le ragazze che uscivano di qua dopo tre anni col diploma firmato dal patriarcato andavano nei laboratori Vedevamo gli Scud sparati su Tel Aviv dall’Iraq Abbiamo promesso alla Madonna che se ci fossimo salvate saremmo andate in pellegrinaggio in un santuario >> 15
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