donne chiesa mondo - n. 48 - luglio 2016

DONNE CHIESA MONDO 34 DONNE CHIESA MONDO 35 stringe suo padre a fuggire. Questa presa di donne è un’affermazione di potere ( 2 Samuele 16, 22). I rivali, o coloro che desiderano conser- vare il proprio potere, naturalmente non rispondono mai con appro- vazione a simili preludi. Nel testamento di Giacobbe, Ruben viene maledetto per questo tipo di autoaffermazione ( Genesi 49, 3-4). Ab- ner, generale di Saul, suscita le ire di Isbaal, il figlio di re Saul, per essersi unito a Rispa, una delle concubine del padre, avanzando così delle pretese sul potere ( 2 Samuele 3, 6-10). Tuttavia, Adonia in qual- che modo ritiene di poter utilizzare Betsabea per mediare tra lui e il re, come se il suo aiuto potesse in qualche modo convincere il nuovo sovrano a condividere in qualche modo il suo potere o come se lei non fosse consapevole delle implicazioni politiche di tale richiesta. Il narratore biblico descrive solo raramente i pensieri o le motivazioni intime; i personaggi vengono rappresentati per tipologie e compiono delle azioni. Al lettore non viene spiegato perché Betsabea fa quanto gli chiede Adonia, ma non stupisce che Salomone reagisca con forza, utilizzando questa richiesta come scusa per eliminare il rivale. Certa- mente Betsabea sapeva che sarebbe stato questo il risultato di chiede- re “innocentemente” Abisag per conto di Adonia. Questa interazione è un altro dei tanti esempi biblici di donne che influenzano rapporti di potere in modo velato, indiretto. Queste azioni, di fatto, rappre- sentano l’essenza della saggezza delle donne nella Bibbia ebraica, delle quali Betsabea è un esempio. La personalità di Betsabea è quindi disegnata con tratti brevi e sottili, testimonianza della straordinaria maestria dell’autore dei rac- conti dell’ascesa della monarchia davidica. L’autore è favorevole al regno davidico e ritrae Betsabea come una donna che usa le astuzie femminili e il potere di persuasione nel suo interesse. La sua bellezza fisica attira verso di lei il potente Davide, e in base a quanto narrato la sua fiducia in lei o il suo desiderio di compiacerla perdurano fino in tarda età. Serve da mediatrice tra uomini nel caso di Davide e Sa- lomone. Adonia, a proprio rischio, le chiede di svolgere il ruolo di mediatrice nel suo rapporto con Salomone. È una regina madre che dà un degno erede al trono e una madre protettiva che favorisce e aiuta a consolidare il regno di suo figlio. Viene compresa al meglio in relazione alle altre donne della narrativa davidica, che non sono solo personaggi a sé stanti, ma rivelano importanti aspetti del carattere e dello sviluppo di Davide, in punti centrali della narrazione comples- siva. Tutti i ruoli di Betsabea, però, fanno presagire un’intrigante am- biguità, sicché non si è mai certi della sua motivazione o del suo operato. Come in molte delle tradizioni narrative più ricche della Bibbia, il lettore ha dunque una considerevole libertà di reimmagi- narla. madre, Betsabea. Natan il profeta, parte della cricca che cerca di con- sacrare Salomone, mette in guardia Betsabea contro le macchinazioni a corte, dove alcuni sono pronti a sostenere Adonia, un bel principe che è il prossimo nella linea di successione dopo il defunto Assalon- ne. Betsabea va dal re nelle sue stanze, dove è assistito da Abisag, e gli fa sapere che Adonia sta per essere proclamato re. Con molta di- plomazia, come la vincente Abigail, s’inchina e fa la riverenza, chie- dendo a Davide quali sono i suoi desideri per la successione, conti- nuando però a ricordargli la promessa che ha fatto a lei e a suo figlio che avrebbe regnato dopo di lui. Allude al grande potere del re e lo esorta a nominare Salomone, per evitare che dopo la sua morte lei e Salomone siano «trattati da colpevoli», letteralmente da «peccatori», nemici dello Stato ( 1 Re 1, 21). È chiaramente rimasta un personag- gio influente a corte. Dobbiamo vederla come una figura tipo Rebec- ca, devota al proprio figlio, o come una donna che preserva ed esten- de il proprio status politico, o magari le due figure sono intrecciate nella monarchia? Salomone viene incoronato secondo il desiderio di sua madre e continua a consolidare il suo potere. Ancora una volta, Betsabea svolge un ruolo ambiguo a corte, che solleva domande circa le ambizioni per se stessa e per il figlio, sul ruolo delle mogli e le madri del re negli scambi politici di potere e sul modo in cui le don- ne, così come vengono descritte, rivelano e aiutano a inquadrare la caratterizzazione di uomini potenti. L’autore ritrae Betsabea come una donna che usa le astuzie femminili e il potere erotico nel suo interesse La sua bellezza fisica attira verso di lei il potente Davide In una serie finale di interazioni, Adonia, al quale viene negato di diventare re, chiede a Betsabea di intervenire presso suo figlio, il nuovo re, perché gli permetta di sposare Abisag, la giovane badante che ha condiviso con il re una qualche sorta di intimità muliebre. Questa proposta di Adonia solleva dubbi sul suo acume politico. Avrebbe dovuto sapere che sarebbe stata considerata una sfida diret- ta al potere di Salomone, poiché la moglie o la vedova del re era considerata un bene politico e spirituale, un legame con il precedente regnante consacrato, un mezzo per affermare potere e status. Così, il figlio ribelle Assalonne prende pubblicamente in moglie le concubine di Davide, lasciate indietro durante la rivolta quasi riuscita che co-

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