donne chiesa mondo - n. 46 - maggio 2016

DONNE CHIESA MONDO 24 DONNE CHIESA MONDO 25 madri è completamente connaturato alla realtà dei figli della grazia. Il saluto di Maria è avvertito come passaggio di una forza vivificante. Il germe vivo nel seno della vecchia umanità, come scintilla raggiun- ta dal fuoco, è inondato dalla luce che emana dal «frutto benedetto» provocando l’immediato abbandono di Elisabetta che, piena di Spiri- to Santo, all’istante, riconosce la «benedetta» fra tutte le donne, la madre del suo Signore. L’incontro fra la vergine madre, incarnazione della potenza creatri- ce nel suo pieno fulgore, e la vecchia madre, simbolo della stanca umanità che offre nel figlio la parte migliore di sé, costituisce dunque la premessa del compimento. Nel tempo dell’oscurità, il reciproco ri- conoscimento aiuta le due donne a rimanere fedeli all’opera misterio- sa da cui sono investite e di cui sono divenute strumento accettando, proteggendo, tacendo, ma insieme lasciando sbocciare la sapienza del cuore e affidandosi senza riserve. Il racconto mette in luce la levità della grazia quando opera senza incontrare resistenze. Maria nei vangeli dice poche parole, ma il Magnificat può consi- derarsi il sigillo che ratifica il fiat . Esprime la pienezza della visione profetica, il culmine che segna il passaggio dall’innocenza alla consa- pevolezza, la nascita di una coscienza capace di vedere l’opera rige- neratrice che lo Spirito Santo muove nell’umanità. mette in luce la fortezza dell’anima radicata nello Spirito. Allude allo stato di grazia che la vergine di Nazareth incarna. I cinque mesi di nascondimento di Elisabetta rappresentano un tempo velato in cui lo Spirito Santo opera nel segreto, matura le condizioni. Alludono ai primi cinque giorni della creazione in cui gli esseri viventi rimangono nel grembo di Dio innocenti e inconsapevo- li. Rinviano allo stato creaturale, all’offerta pura di Abele, ma anche alla moltiplicazione dei cinque pani che nel deserto sfamano i cin- quemila, perché l’umanità è chiamata a rispondere, a donare quello che ha. Maria ed Elisabetta nel riconoscersi vicendevolmente si sostengono e si fortificano Attraverso le loro azioni coraggiose, ma silenziose, si realizzano le promesse profetiche La visitazione diviene quindi modello di un incontro fra donne che aiuta il femminile ad incarnarsi. Non è il preteso riconoscimento del mondo che lo fa vivere ed essere, è il conoscersi in se stesso attra- verso il riconoscimento che le donne si danno l’un l’altra valorizzan- do le proprie intrinseche potenzialità, aiutandosi a restare aperte al miracolo che l’azione creatrice costantemente promuove nell’invisibile e che ha bisogno di essere protetta nel silenzio, con umiltà, pazienza, fermezza e totale abbandono per maturare e venire alla luce. Solo il conoscersi e riconoscersi nell’intimo dà il radicamento necessario all’espansione. Rogier van der Weyden, «Visitazione» (1435 circa, particolare) Nella pagina precedente: lo stesso tema elaborato da He Qi L’annunciazione avviene nel sesto mese della gravidanza di Elisa- betta. Sesto è il giorno della creazione dell’uomo, tempo ancora in atto che l’incarnazione del Verbo porta a compimento. Tuttavia «co- lui che nascerà» e che sarà «chiamato Figlio di Dio» potrà manife- stare la sua pienezza umana solo se accolto, e sarà accolto proprio da coloro che prima avranno seguito il precursore, si saranno aperti alla voce del Battista che chiama a conversione. Ad un certo punto le due maternità straordinarie convergono. Ma- ria immediatamente dopo l’annuncio corre da Elisabetta. Il bisogno di verificare, confrontarsi con lei, diviene urgente. La fretta è la con- seguenza del turbamento. Tutto è troppo grande, insostenibile. No- nostante il consenso la sua umanità si sente inadeguata. Ogni risorsa entra in azione per far fronte al nuovo così dirompente. La monta- gna sta ad indicare il luogo più elevato del vecchio mondo, quello in contatto con il cielo, aperto all’annuncio perché la nuova creazione non può sorgere da un’altra parte, bensì deve attecchire nella prima creazione per trasformarla dall’interno, per rigenerare quanto è dive- nuto pesante, mancante di vita, morto. Maria ed Elisabetta appena si incontrano si riconoscono per mez- zo dei loro bambini che nel grembo sussultano. Quanto travalica le

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