donne chiesa mondo - n. 46 - maggio 2016

DONNE CHIESA MONDO 12 DONNE CHIESA MONDO 13 La prima madre sarà la voce rivelatrice, capendo che la seconda è già portatrice di colui che cambierà il destino del mondo. La stessa ripartizione dei ruoli toccherà presto ai due figli. Il Battista, di fami- glia sacerdotale, uomo giusto, rappresenta la lucidità e la radicalità di un annunciatore di un’opera di cui Gesù, che proviene dalla vita or- dinaria, sarà il compimento. Senza di lui non c’è salvezza; ma senza Giovanni Battista non c’è interprete. Elisabetta riconosce che stanno per compiersi le promesse fatte al suo popolo. È lei a essere piena di “carisma”. Ma il vero protagonista è lo Spirito Santo, che colma Elisabetta, che fa sussultare di gioia co- lui che sarà il profeta, che permette a tutti di cogliere (pur senza ca- pire) l’incredibile evento. Gesù non è riconoscibile come Cristo senza lo Spirito Santo. «Ed esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo”» (v. 42-44). Lo Spirito Santo le consente di professare che il figlio di Maria è Signore! Certo, oggi gli storici asseriscono che il Battista aveva i suoi discepoli e il suo messaggio di conversione e che non era così “picco- lo” rispetto a Gesù come lo mostrano i Vangeli. Ma tutti i Vangeli fin dall’inizio sottolineano con insistenza il ruolo preminente di Gesù per la salvezza. Elisabetta svolge qui la stessa funzione di suo figlio: profetizza che Gesù è già Signore! «E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore» (v. 45). Elisabetta trasmette una benedizione che dà forza e coraggio a Maria: frutto di questa benedizione è il Magnificat! Maria canta e lo- da, e soprattutto profetizza, come in passato i grandi profeti, e apre così a una chiave di lettura di tutta la Bibbia: Dio guarda ai piccoli, solleva le persone umili e comuni. L’una e l’altra si offrono reciprocamente il dono di Dio, prima di portarlo a quanti le circondano. Con loro due si compie l’opera, che è in definitiva quella della visitazione di Dio, la pienezza del compi- mento dell’opera trinitaria per l’umanità. Questa visitazione potrebbe anche essere un’illustrazione del dono dell’ecumenismo, perché l’ecumenismo è il movimento che mette in cammino una Chiesa verso l’altra. La più giovane verso quella con più esperienza o viceversa? C’è sempre stato nella storia ecumenica un primo movimento, un’iniziativa di una Chiesa che si è aperta con segue la sua opera. Giovanni Battista, l’ultimo dei profeti del popolo d’Israele, esorta il suo popolo alla conversione per preparare la via a «Colui che deve venire». Gesù porta la salvezza da Gerusalemme «fino ai confini della terra», secondo l’espressione di Luca. Tra le due donne (e tra i due figli in gestazione), tra i due tempi della storia con Dio, non c’è nessuna competizione, nessuno svili- mento, ma semplicemente un decorso, una storia, una cronologia: prima Elisabetta madre dell’ultimo profeta, poi Maria madre di Gesù. Elisabetta, come suo marito, è una “giusta”, epiteto utilizzato vo- lentieri nella tradizione ebraica per i credenti fedeli. Il racconto di Luca ha presentato in simmetria l’annuncio dell’angelo Gabriele a Zaccaria e poi l’annuncio a Maria, un buon metodo per sottolineare il destino parallelo dei due figli. Si riconosceranno l’un l’altro, i loro messaggi si risponderanno, e moriranno entrambi come martiri poli- tici, sebbene i loro compiti siano stati diversi. Maria è “piena di grazia” ed è lei a prendere l’iniziativa, ad andare verso sua cugina. A pagina 12: Zilda, «Visitazione» (murale, Napoli) A pagina 15: Maestro di San Martino Alfieri (1503-1504, particolare del polittico) Una cooperativa nel Nord Kivu Si può ricominciare anche da una cesta di pesci. Come quelle che, ogni giorno, arrivano al mercato di Rubare, una cittadina del Nord Kivu, regione orientale della Repubblica Democratica del Congo. A rifornire i negozianti del luogo è una cooperativa formata da donne, una cinquantina, che grazie a questo lavoro — favorito dalla Caritas — sono riuscite a ricostruirsi una vita dopo aver subito una violenza sessuale. Potrebbero essere mezzo milione le donne vittime di violenza sessuale nei venti anni di guerra che hanno sconvolto la regione. Ma purtroppo questo sopruso non è finito. Pescatrici nello Sri Lanka La federazione nazionale delle pescatrici D AL MONDO

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