Cultura e realtà - anno I - n. 3-4 - marzo 1951

80 GIORGIO CERIANI SEBREGONDI Organici provvedimenti sono stati presi, per la trasformazione e lo sviluppo delle loro economie arretrate, dai diversi paesi dell'Est euro– peo 5 , e gli stessi piani quinquennali sovietici sono, per molti elementi ed aspetti, considerabili come piani di sviluppo di economie arretrate 6 • Le aree depresse stanno al centro del lavoro, in campo economico e sociale, degli uffici e delle organizzazioni delle Nazioni Unite 7 e tro– vano un importante riscontro nell'apparato organizzativo dell'OECE 8 • La « Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo» 9 pone fra i suoi scopi basilari « la spinta allo sviluppo delle capacità produttive e delle risorse nei paesi meno sviluppati» e al finanziamento Si deve anche considerare che la legge per la riforma agraria, nella parte già appro– vata e nota come «legge-stralcio» (Legge 21 ottobre 1950, n. 841) è sostanzialmente da assimilarsi a un provvedimento per lo sviluppo delle aree depresse, data la sua funzione di avviare la trasformazione fondiaria di zone ad economia latifondistica. 5 Per un dettagliato studio dei programmi di sviluppo economico di tali Paesi si veda: U. SACCHETTI, Piani Economici del dopogue1,a, Roma 1949. 6 Avremo occasione di tornare su tak argomento. Esso tuttavia è di tal mole che e~igerebbe un':1;ppositatrattazione. L'accenno che se ne fa nel presente studio vale solo a richiamare l'attenzione sull'argomento stesso e a indicare come sia importante - o addi– rittura indispensabile - aver presente l'esperienza sovietica per valutare, nel mondo at– tuale, il peso e il significato dell'intervento nelle aree depresse. 7 Nella sua quinta sessione l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione in cui si raccomandava che il Consiglio Economico Sociale (ECOSOC), nello sviluppare gli studi già avviati sul problema del finanziamento dello sviluppo economico, considerasse i metodi pratici, le condizioni e gli orientamenti per conseguire un'adeguata espansione e un più stabile flusso di capitale estero, sia privato che pub– blico, e soffermasse specialmente la sua attenzione sul finanziamento dei progetti non autoripagantisi (non-self-/iq11idating), che sono basilari per lo sviluppo economico. Nel corso della dodicesima sessione - che avrà inizio a Santiago del Cile il 20 febbraio - l'ECOSOC svilupperà il suo lavoro su questo punto, cosl come sulla que– stione dell'Assi~tenza tecnica di cui il Consiglio Ì:. stato investito fin dal 1948. Assistenza tecnica e finanziamento dello sviluppo sono i due terni fondamentali di studio e programmazione, e di iniziale intervento delle Nazioni Unite. È poi da ricor– dare l'attività pratica assistenziale svolta nei vari settori dalle organizzazioni specializ– zate delle Nazioni Unite, come la FAO, l'UNESCO, i'ILO, la WHO. 8 In seno all'Organizzazione per la Cooperazione Economica Europea (OECE) è stato a suo tempo costituito uno speciale Comitato per <i Territori d'Oltremare il cui obiettivo è di istituire la collaborazione dei Paesi partecipanti per lo sviluppo delle colonie e dei territori di Oltremare di tali paesi. 9 Per una documentazione critica sui compiti e la struttura della B. I. R. si veda: U. SACCHETTI, Bretton Woods e i piani monetari internazionali, Roma 1947. Gli orientamenti della B.I.R. in materia di assistenza finanziaria alle aree depresse sono stati resi noti nel Third Annua/ Report, 1947-1948 della Banca stessa. Ulteriori informazioni sui punti di vista e sulle esperienze della B.I.R. possono essere tratte dal Memorandum sul finanziamento dèllo sviluppo economico contenuto nello studio presen– tato dal Segretariato delle N. U. alla nona sessione dell' ECOSOC e pubblicato sotto il titolo: Methods of Financng Economie De11elopment in under-de11eloped countries. UNO, Lake Succes 1949. Per quanto riguarda i prestiti concessi a paesi sottosviluppati, gli esborsi effettivi della Banca nei tre anni fiscali 1948-50 ammontano a $ 87 milioni ripartiti fra i seguenti cinque Paesi: Messico, Cile, Brasile, Colombia, India. BibliotecaGino Bianco

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