Cultura e realtà - anno I - n. 3-4 - marzo 1951
78 GIORGIO CERIANI SEBREGONDI zioni e provvedimenti o istituti che indicano come si manifesti e si arti– coli nei vari paesi la presa di contatto con la realtà delle aree depresse. 3. Il messaggio presidenziale del gennaio 1949 1 con il famoso << Quarto punto » ha posto a centro del programma di governo degli Stati Uniti e a fondamento quasi di una nuova era di politica inter– nazionale, il sollevamento delle << aree depresse». 1 Riporto la traduzione del << Quarto Punto » del discorso di insediamento tenuto dal Presidente Truman al Congresso degli USA il 20 gennaio 1949. Il Presidente disse: « In quarto luogo dobbiamo iniziare un nuovo ed ardito programma per mettere i benefici dei nostri progressi scienti-fici ed industriali a beneficio delle aree arretrate per il loro miglioramento ed il loro sviluppo. Più di metà dei popoli del mondo vive in condizioni assai vicine alla miseria; la loro alimentazione è insufficiente; sono vittime di malattie; la loro vita economica è primitiva e stagnante; la loro povertà è un osta– colo e una minaccia tanto per loro quanto per le zone più prospere. Per la prima volta nella sua storia l'umanità possiede oggi le conoscenze e la capacità necessarie per alleviare le sofferenze di questi popoli. Gli Stati Uniti sono al primo posto tra le nazioni per quanto concerne lo sviluppo di nuove tecniche scientifiche ed industriali. Le risorse materiali che possiamo permetterci di sfruttare per aiutare gli altri popoli sono limitate, ma le nostre imponderabili risorse nel campo delle conoscenze tecniche vanno costantemente crescendo e sono inesauribili. Ritengo che si debba concedere ai popoli amanti della pace il beneficio delle nostre risorse di conoscenze tecniche, onde aiutarli– a realizzare le loro aspirazioni di una vita migliore. Inoltre, in collaborazione con altri popoli, dovremo favorire l'investimento di capitali nelle zone bisognose di sviluppo. << Nostra meta dovrebbe essere aiutare i ,popoli liberi del mondo a produrre, con i loro stessi sforzi, più viveri, più vestiario, più materiale edilizio, più energia mecca– nica per alleggerire la loro fatica. Invitiamo gli altri paesi a mettere in comune per questa impresa le loro risorse tecnologiche; il loro contributo sarà altamente apprezzato. Dovrebbe questa essere una impresa cooperativa in cui le nazioni collaborino, per quanto è possibile, attraverso l'ONU e i suoi organismi specializzati. << Deve essere uno sforzo mondiale per raggiungere la pace, l'abbondanza e la libertà. Con la collaborazione dell'industria, del capitale privato, dell'agricoltura e delle forze del lavoro del nostro paese, questo programma può grandemente accrescere le attività industriali delle altre nazioni e migliorare notevolmente il loro tenore di vita. « Tali nuove iniziative economiche devono essere studiate e controllate in modo che ne beneficino i popoli dei territori in cui vengono attuate. Le garanzie per chi investe devono essere equilibrate da garanzie nell'interesse dei popoli le cui risorse e il cui lavoro sono posti al servizio di queste iniziative. Il vecchio imperialismo - sfrutta– mento a beneficio di stranieri - non trova posto nei nostri piani; ciò che noi abbiamo in mente è un programma di progresso basato sulla concezione di un ordine equo e democratico. Tutti i Paesi, ivi compreso il nostro, riceveranno grandi benefici da un programma costruttivo inteso a meglio utilizzare le risorse umane e materiali di tutto il mondo. L'esperienza insegna che il nostro commercio con le altre nazioni si accresce allorché esse progrediscono industrialmente ed economicamente. « Una maggiore produzione è ,)a chiave della prosperità e della pace, e la chiave di una maggiore produzione è l'applicazione più energica e più vasta delle moderne conoscenze scientifiche e tecniche. Soltanto aiutando i meno fortunati dei propri mem– bri a rimettersi in piedi con le loro forze, la famiglia umana può conseguire quel tenore di vita equo e soddisfacente che è diritto di tutti i popoli. Solo la democrazia può fornire la forza vitale per spronare i popoli del mondo ad agire con successo, non solo contro gli oppressori, ma anche contro i vecchi nemici: la fame, la miseria, la disperazione ». BibJiotecaGino Bianco
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