Cultura e realtà - anno I - n. 3-4 - marzo 1951

72 CLAUDIO NAPOLEONI nomica deve astrarre è il sistema economico nel suo complesso e non le singole unità produttive in quanto singole 16 • Il secondo è un limite perché la configurazione puramente statica è frutto di un atto di astrazione parziale e quindi erroneo, in quanto perde qualcosa di essenziale alla realtà economica. Ora la presenza di questo limite determina un ovvio distacco da quella realtà che è sotto gli occhi di tutti: ma la ragione primaria e fon– damentale di ciò sta nel fatto che la teoria è statica, e solo in modo derivato nel fatto che essa presuppone la concorrenza perfetta: come abbiamo mostrato nella prima parte, e come abbiamo ripetuto poco più sopra, l'ipotesi concorrenziale è una conseguenza imm~diata dell'impo– stazione statica ed è essenzi:ile alla configurazione statica. E proprio in questo suo essere essenziale alla statica sta la ragione della sua non– verifica da parte della realtà. Quindi dall'ipotesi concorrenziale si può uscire solo uscendo dall'analisi statica, cioè facendo astrazioni scienti– fiche più vere ? i quelle che alla statica hanno dato luogo. Vediamo invece come ne esce la dottrina della concorrenza mono– polistica. È chiaro anzitutto che questa dottrina è ancora pienamente di tipo statico. Essa inoltre opera fino in fondo lo spostamento, solo iniziato da Marshall, dall'analisi del sistema a quella della firm; e, dopo quello che abbiamo detto nella prima parte, la ragione di ciò è evidente: con l'ipotesi di concorrenza monopolistica diviene impossibile la consi– derazione del sistema come un tutto, lo studio dell'equilibrio generale perde qualunque significato, e, caduta la possibilità di contemplare una determinazione reciproca e simultanea delle quantità economiche del sistema, restano solo più da considerare degli equilibri aziendali sin– goli ciascuno sotto la clausola coeteris paribus. In tal modo la scienza economica viene spezzettando arbitrariamente e quindi perdendo il suo soggetto proprio: dall'elaborazione delle leggi della realtà economica si passa all'esame, praticamente non esauribile, di casi particolari. Con queste dottrine si perde la sistematicità della scienza e si accetta l'asiste– maticità della casistica empirica. 1 6 Pensiamo che quest'ultima affcrm:ltione non abbia bisogno di essere dimostrata. Basta comunque tener ptesentc che, pur essendo verissimo che l'azienda deve risolvere non solo problemi tecnici ma anche problemi economici, tuttavia i dati di questi pro– blemi economici sono per la massima parte extra-aziendali (prezzi dei fattori, condizioni di domanda, ccc.). Onde l'affermazione che l 'azicn.da cerca di massimizzare il proprio reddito è fondamentale quando serve a determinare l'equilibrio del sistema come un tutto, mentre non è che una vuota genericità quando deve restare limitata al solo fun– zionamento dell'azienda singola (si cfr. di nuovo la citazione da Swcezy nella n. 12). BibliotecaGino Bianco

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