Cultura e realtà - anno I - n. 3-4 - marzo 1951

RITRATTO DI MACHIAVELLI 45 Machiavelli; che sia stato proprio Machiavelli e non un altro a ritro– varne nella storia le sparse membra e a riunirle insieme in un solo cor– po vigoroso e terribile. Anche il sadismo esisteva prima di De Sade; ma è stato De Sade a descriverlo per !)rimo e a dargli un nome. Noi pensiamo che senza quella stessa simpatia per cui il fuoco si appicca volentieri alle cose molto secche o molto unte, Machiavelli mai avreb– be scoperto, eretto a sistema e dato un nome a quella specie di affezione morale che si chiama machiavellismo. Molti hanno creduto di ravvisare nella « Mandragola» il capostipi– te di un supposto teatro italiano che, poi, non si sa perché, non c'è mai -stato (Goldoni è tutt'altra cosa e non è teatro italiano). Ma la « Man– <iragola », secondo noi, non è un inizio bensì la più estenuata ed esan– gue delle fini. Non vogliamo qui alludere alle crudezze, alla corruzione, • al cinismo che si notano· nella commedia. Diciamo subito che se fossero vere crudezze, vera corruzione, vero cinismo, ossia sentiti dall'autore co– me tali, la «Mandragola» sarebbe molto più viva e davvero un possi– bile principio del teatro italiano. Ma nella « Mandragola» ci sono cini– smo, corruzione e crudezza soltanto perché noi, lettori moderni viventi in tutt'altro mondo e con tutt'altre convenzioni, ve li vediamo, e non perché Machiavelli abbia inteso di metterceli. In altre parole, Machia– velli intese comporre una specie di farsa; e se la farsa gli riuscì aspra e penosa, questo avvenne· fuori della sua volontà e, fino ad un certo se– gno, a sua insaputa. Prova ne sia la mancanza quasi completa di ironia -e di distacco che in questo genere di composizioni stabiliscono una di– stanza e una differenza tra l'autore e le sue creature e testimoniano uno strazio morale che sa contenersi e irrigidirsi per meglio raggiungere gli -effetti che si è ripromesso. Nella « Mandragola », non c'è ironia o sar– casmo, bensì soltanto una specie di cupo diletto, di arido compiacimen– to, di spenta sincerità da parte di chi non voleva e, anche se avesse voluto, non poteva vedere molto più in là della melensaggine di Lucre– zia, della sciocchezza di Nicia, della corruzione di Timoteo. La seriP.tà della « Mandragola», quasi arcigna anche negli effetti più comici, de– riva da un estenuato ed esangue fondo etico piuttosto che da una reale indignazione. « Dio sa che io non pensavo a iniurare persona, stavorni nella mia cella, dicevo el mio uffizio, intrattenevo e' mia devoti; capi– tommi questo diavolo di Liguria, che mi fece intignere el dito i'n uno errore, donde io vi ho messo el braccio e non so ancora dove io m'abbia a capitare. Pure mi conforto che, quando una cosa importi a _molti, BibliotecaGino Bianco

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