Cultura e realtà - anno I - n. 3-4 - marzo 1951

RITRATTO DI MACHIAVELLI 43 In queste note, ci occuperemo soltanto del «Principe» e della ~< Mandragola » e di alcune delle .opere minori, con esclusione delle «!storie», dei «Discorsi», dell'« Arte della Guerra». E questo perché, non avendo noi intenzione di scrivere un saggio sull'opera politica di Machiavelli bensì su alcuni caratteri di lui, ci sembra che in quelle opere questi caratteri siano più chiari che altrove. In particolare, poi, ci preme di definire il machiavellismo, quel molto o poco di machiavel– lismo che è inseparabile da Machiavelli. Intendiamo per machiavellismo non già una teoria politica bensì una passione morale che trovò in Ma– chiavelli un inconsapevole quanto perfetto descrittore. Perciò queste note prenderanno piuttosto figura di ritratto psicologico che di saggio critico. Si opporrà che il machiavellismo non è altro che una fola calunnio– sa dei posteri e dei critici meno disinteressati; e che Machiavelli in tutte le sue opere non fece che sviluppare un pensiero rigorosamente coerente. A questo rispondiamo che, infatti, in molti suoi scritti e spesso anche nel «Principe», Machiavelli non è più machiavellico di qualsiasi altro pensatore politico. Ma rimangono tuttavia un certo numero di fatti del tutto inspiegabili ove si debba considerare Machiavelli soltanto un sag– gista alla stessa stregua, poniamo di un Montaigne o del suo stesso con– temporaneo Guicciardini. Fatti, dico, così carichi di compiacenza non soltanto verbale, così eccessivi, così, in fondo, poco pensati, che di fronte ad essi si deve per forza o ignorarli, come fanno la maggior parte degli ammiratori di Machiavelli, oppure denunziarli focosamente, moralisti– camente, come hanno sempre usato i suoi nemici. Due atteggiamenti, a ben guardare, altrettanto evasivi e poco impegnativi. Lo posterità si è sempre ribellata a certe affermazioni e sviluppi del– la dottrina machiavellica; allo stesso modo che si ribellerà sempre a que– gli atteggiamenti o predicazioni o teorie nelle quali, con fiuto istintivo, ravvisa un interesse pers::male piuttosto che un libero pensiero. In altre parole, un sistema di pensiero, per quanto possa a prima vista sembrare insolito, strano, aberrante persino, non può offendere alcuno appunto perché pensiero e nient'altro che pensiero; e presto o tardi ciò che pa– reva insolito, strano, aberrante, diventerà accettabile, normale, ovvio. Per esempio, il pensiero cristiano parve a molti antichi un morboso para– dosso; ma non erano ancora passati due secoli che esso si rivelava nien– t'altro che il pensiero stesso dell'umanità intera e informava di sé la vita di tutti gli uomini. Il pensiero di Machiavelli, invece, a distanza di quattro secoli, conserva per il lettore anche più spregiudicato q~alcosa BibliotecaGino Bianco

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