Cultura e realtà - anno I - n. 3-4 - marzo 1951
CROCE E MARX 4r posizioni di Aristotele e di S. Tommaso ciò che solo può consentire la loro « vivente identità formale» ossia il loro « sviluppo omogeneo» 31 • È esattamente questo ciò che anch'io voglio intendere parlando di ripresa della filosofia dell'essere: non un «ritorno» alle posizioni aristo-· telico-tomiste - ripeto - ma un loro sviluppo omogeneo; e uno svi– luppo omogeneo tale che per essere fino in fondo realizzato non pu& non implicare - aggiungo - la loro radicale autocritica 32 • MARIO MOTTA 31 Si veda a tale proposito, oltre all'articolo citato, la discussione tra F. Balbo e N. Bobbio in « Rivista di Filosofia», 1950, fase. 1. 3 2 Per ciò che si riferisce alla presente ricerca, per es., mi sembra che questa autocritica possa considerarsi almeno implicita non solo nella scelta del problema ma anche nella stessa soluzione che viene per esso prospettata. Ho concluso infatti affer– mando che la massima verità acquisibile sia dal marxismo che dal crocismo è la radi– cale immanenza dei principi materiale e formale rispetto al composto. Ora è noto che questa immanenza è proprio uno dei punti meno garantiti dall'aristotelico-tomismo· classico, come prova la frequente identificazione in esso reperibile tra le due cause suddette e quelle trascendenti (efficiente e finale). Lo stesso può dirsi per la reciproca distinzione e autonomia del discorso filosofico e di quello scientifico. .Biblioteca Gino Bianco
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