Cultura e realtà - anno I - n. 3-4 - marzo 1951

CROCE E MARX 39 esiste, così alla base del marxismo come alla base del crocismo (e quindi dell'antimarxismo), una radice teoretica comune, che li rinserra entram– bi in un medesimo quadro concettuale rispetto a cui essi non sono che delle manifestazioni specifiche se pur contrarie, e che è appunto ciò che costituisce il motivo determinante della loro intrinseca incapacità di essere l'uno superiore dall'altro. Si deve allora concludere che una qualsiasi posizione filosofica potrà dirsi realmente in grado di superare il marxismo e l'antimarxi– smo solo in quanto si rivelerà capace di trascendere, su un piano gene– ricamente 29 diverso e quindi qualitativamente nuovo, la loro radice comune. Orbene, è facile dimostrare che la sintesi filosofica sopra delineata soddisfa pienamente questa condizione. Quale sia infatti la radice comune, o meglio, poiché la questione che in definitiva ci interessa è anche qui una questione di valore teo– retico, quali siano le verità e gli errori comuni delle due posizioni in esame, è presto detto. Sul piano ontologico, l'errore è l'univocizzazione assoluta del 'ente, ossia la riduzione del composto a uno dei due principi o cause da cui risulta la sua costituzione essenziale; mentre la verità è' il riconosci– mento e l'affermazione vigorosa (vedi la comune polemica antihegelia– na) della radicale immanenza di quei principi rispetto al concreto. Sul piano logico invece l'errore, correlativo alla univocizzazione assoluta dell'ente, è la univocizzazione assoluta della conoscenza dimo– strativa, ossia la identificazione semplice di conoscenza e di conoscenza dell'essenza, per cui il discorso teoretico non può non essere filosofico; mentre la verità sta nel riconoscimento e nell'affermazione di ciò, che, appunto, la conoscenza filosofica non può non essere conoscenza del– l'essenza ( e al tempo stesso che il discorso scientifico non può non rife– rirsi alla determinatez,za sensibile e quindi non può non esser posto in rapporto, in ultima analisi, col principio materiale). Ma ecco allora che, stando così le cose, l'affermazione del valore sintetico delle due definizioni sopra raggiunte appare realmente, no– nostante la loro estrema schematicità, incontestabile. È evidente infatti che esse sono tali da escludere que'sti errori e da includere queste verità, come ciascuno può verificare agevolmente, per principio. 2 9 « Genericamente » qui vale: di genere. È dal genere infatti che si deve uscire per superare la contrarietà. BibliotecaGino Bianco

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