Cultura e realtà - anno I - n. 3-4 - marzo 1951

36 MARIO MOTTA realtà storica di un principio materiale e la correlativa possibilità di una conoscenza scientifica della storia, è nel falso in quanto pone in forma assoluta, con le conseguenze che abbiamo or ora ricordate, queste sue affermazioni. Così come a sua volta la seconda posizione, mentre è nel giusto in quanto denuncia gli errori della sua contraria, è nel falso in quanto impugna radicalmente, nell'atto e per il modo stesso in cui formula la sua accusa, le verità che a quegli errori si accompagnano. Il quo1dro che risulta da questo esame è senza dubbio molto sche– matico. Se sono esatti i presupposti della nostra analisi, tuttavia, si può dire che esso presenta con sui'Iìciente completezza e precisione formale i termini profondi dell'antitesi marxismo-antimarxismo. Basta ora gettare un semplice sguardo a questa antitesi per q)llvin– cersi che ciò che si è detto fin dall'inizio circa il suo carattere assolu– tamente inconciliabile va confermato. E si capisce bene perché. Non solo infatti i suoi termini si oppongono l'uno all'altro in modo tale che alle verità dell'uno corrispondono puntualmente gli errori dell'al– tro, e viceversa; ma questi errori e queste verità vivono fra loro in una simbiosi così sostanziale che, come si è visto, a nessuno dei due termini è dato di accettare le ragioni dell'altro senza automaticamente accet– tarne i torti e quindi senza autocontraddirsi e autodistruggersi al– l'istante. Il fatto stesso di avere dinnanzi agli occhi l'antitesi nella sua diJ mensione rigorosamente teoretica, però, se da un lato obbliga a lasciar cadere una volta per tutte ogni sforzo teso alla sua composizione, dal– l'altro lato apre con immediata chiarezza la via del suo superamento. E anzi si può dire di più; che i termini di questo superamento sono già talmente espliciti in tutto quel che si è detto che basta enunclearli dal contesto analitico in cui si trovano perché la nuova sintesi riveli imperiosamente la sua forma necessaria e si componga nella sua strut– tura concettuale, per così dire, da sé. Infatti. Già dicendo che il marxismo ha ragione di porre nella realtà sto– rica un principio materiale ma che ha torto nell'assolutizzarlo si dice che il marxismo non può essere superato se non da una concezione capace al tempo stesso e di ammettere quel principio e di non ridurlo ad essenza; capace cioè di fondarlo in modo tale che se ne debba trarre non che la realtà storica è simpliciter materiale, ma solo che consta anche di un principio materi~le. B ·eca Gino Bianco

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