Cultura e realtà - anno I - n. 3-4 - marzo 1951

24 MARIO MOTTA esaminare brevemente la pos1z10ne assunta in proposito da Gramsci. Ciò potrà riuscire opportuno per due ragioni: innanzi tutto perché ci mostrerà un esempio evidentissimo dell'incapacità, propria del marxi– smo rigoroso, di rispondere a una domanda come la nostra; in secondo luogo poi perché ci consentirà di chiarire in modo sufficiente, e sia pure di sfuggita, il rapporto che intercorre tra l'antimarxismo del Croce -, e il suo revisionismo. Già sopra ho ricordato come fra queste due posizioni sia stata proprio quella revisionistica a costituire, per Croce, la posizione origi– naria. Infatti, prima di criticare il marxismo nei termini che sappiamo,. egli lo aveva fortemente ammirato e addirittura difeso, affermando che esso non andava pensato né come un'indagine aprioristica dei «fini» del mondo (filosofismo), né come una deterministica ricerca delle «cause» storiche (scientismo), ma piuttosto, se si voleva farne <• alcunché di criticamente accettabile », come un realistico « canone di interpretazione», come « una somma di nuovi dati e di nuove espe– rienze », come « un ammonimento a tener presenti le osservazioni fatte da esso quali nuovo sussidio a intendere la storia», ecc. ecc. 10 • Ora, è giusto ponendole in rapporto con questa posizione che Gramsci si sforza di spiegare, dopo averle definite « un voltafaccia scon– certante», le nuove tesi del Croce. Dal suo sforzo nasce una ricerca u oltremodo significativa. Preziosa per le molte verità storiografiche che contiene, infatti, tale ricerca culmina in questa conclusione: « Il più recente punto di vista critico del Croce (che innova com– pletamente quello contenuto nel suo volume Materialismo storico ed economia marxistica) si dovrà giudicare non come un giudizio da filosofo, ma come un atto politico di portata pratica immediata » 12 • E in altro luogo: « Io credo che il Croce abbia ricorso a una gher– minella polemica molto trasparente e che il suo giudizio, più che un giudizio storico-filosofico, sia niente altro che un atto di volontà, abbia cioè un fine pratico» 13 • E ancora: « In un uomo così accurato come il Croce, il nessun in– teresse verso la obiettiva esigenza di giustificare logicamente questo ul- 10 Vedi Materialismo Storico ed Economia Marxistica, Laterza, Bari, 1941. 11 Non bisogna pensare a una ricerca sistematica. Non mi sembra tuttavia che si possa negare il carattere di vera e propria ricerca alle varie rigorose considerazioni su questo problema, tutte implicitamente collegate da un legame profondo, che si trovano m Mat. Stor., cit., specialmente nel capitolo IV e Note, pgg. 169-253. 12 Mat. Stor. cit. p. 233. 13 A. GRAMSCI, Lettere dal carcei·e, Einaudi, Torino, 1947, LXVIII, p. 106. BibliòtecaGino Bianco

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