Cultura e realtà - anno I - n. 3-4 - marzo 1951
178 DOCUMENTI piccoli proprietari o kulak si svilupparono fino a diventare un vero e pro– prio strato di piccola borghesia, i membri della quale potevano anche com– prare dei castelli ed entrare nei ranghi dei ricchi proprietari terrieri locali_ Può ben darsi (come è stato sostenuto da Kosminsky) che essi giocarono un ruolo decisivo anche nella rivolta dei contadini nel 1381. Indubbiamente essi trassero grande vantaggio (come datori di lavoro) daUa caduta dei sa– lari reali durante l'inflazione del periodo dei Tudor; e furono la piccola bor– ghesia e i kulaki in sviluppo coloro che organizzarono l'industria tessile del paese su scala estensiva. Certamente essi costituirono la forza più im– portante della rivoluzione borghese del sec. XVII, nella quale, in partico– lare, costituirono il nerbo del New Model Army di Cromwell. Mi pare inol– tre che la loro esistenza fornisca la chiave per comprendere le posizioni delle varie classi durante la rivoluzione borghese: in particolare la ragione per la quale il capitale commerciale, lungi dall'esercitare sempre una funzione progressiva, si trovò spesso alleato con la reazione feudale. Ugualmente, nelle corporazioni artigiane delle città c'erano molti im– prenditori di tipo analogo, i quali cominciarono a commerciare e ad impie– gare gli artigiani più poveri sviluppando un sistema di industria dome– stica. lo ho sostenuto (e se non ricordo male quest'idea fu originariamente esposta da Unwin) che questi sviluppi furono la causa dei movimenti che avvennero nelle corpornzioni alla fine del sec. XVI e al principio del XVII: tra i quali, in particolare, il sorgere delle nuove corporazioni del periodo Stuart. Per quanto si può vedere, furono loro {tra cui certamente i fabbri– canti di tessuti) che costituirono i primi sostenitori della rivoluzione iinglese, e non i ricchi beneficiari di pri.vative regie, come quelli di cui parla Nef,. molti dei quali erano sostenitori del re, poiché dipendevano ancora da pri– vilegi e derivavano tali privilegi direttamente dalla corte. Non vedo come possa essere negata l'importanza che questa linea di sviluppo ebbe per la nascita del primo stadio del capitalismo, lo stadio precedente alla rivolu– zione industriale 9 • Persino al tempo della rivoluzione industriale molti dei 9 Sweezy cita Marx, il quale parla del procedere a « passo di lumaca » di questi sviluppi, in contrasto con la piena possibilità di espansione. Ma per l'appunto lo svi– luppo del capitalismo avvenne a passo di lumaca (in rapporto agli sviluppi posteriori} nel periodo « dell'infanzia della produzione capitalistica», che è quello di cui qui Max sta parlando. Fu certamente a causa di ciò che la trasformazione poté essere completata solo dopo che la nuova borghesia ebbe conquistato il potere, e (come Marx dice succes– sivamente nello stesso capitolo) ebbe cominciato ad « impiegare il potere statale... per affrettare, come mettendolo in una serra, il processo di trasformazione del modo feu– dale di produzione nel modo capitalistico, e per accorciare il periodo di transizione ». Allora, e solo allora, il passo di lumaca dei primi tempi poté essere accelerato e H poterono gettare le fondamenta dei rapidi sviluppi della rivoluzione industriale. BibliotecaGino Bianco
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