Cultura e realtà - anno I - n. 3-4 - marzo 1951

DOCUMENTI 177 regioni molto vaste del territorio inglese) ed era assente un libero mercato della terra (così come la libera trasferibilità del lavoro), non si può dire che la forma di questo sfruttamento avesse perduto la sua caratteristica feu– dale - anche se si trattava di una forma in via di degenerazione e di rapida disintegrazione. A questo proposito devo attirare l'attenzione sul fatto che nel passo sulla rendita monetaria che S. cita da Marx (Capita!, III, cap. 47) la ren– dita monetaria di cui parla Marx non è ancora la rendita fondiaria capita• listica, per la quale c'è bisogno di un affittuario indipendente che paghi un canone contrattuale, ma è ancora (per mani.festa implicazione) una forma di rendita feudale anche se in una forma ormai in degenerazione (« la ren– dita monetaria, in quanto proveniente dalla rendita ·in natura e in con– trasto con. la rendita• in natura, è l'ultima forma e nello stesso tempo la forma degenere del tipo di rendita fondiaria che abbiamo considerato fi– nora. .. »). Un po' prima, nello stesso capitolo, Ma,rx dice: « La base di que– sta rendita rimane la stessa della rendita in natura, dalla quale proviene. Il produttore diretto è ancora il possessore della terra ... e deve compiere per il suo signore ... del plus-laivoro forzato ... e questo plus-lavoro forzato è ora pagato con il denaro ricavato dalla vendita del plus-prodotto» (p. 926). 5) Sui due punti finali della critica di S. cercherò di esse,re breve. So– stengo che vi sono prove abbondanti della funzione preminente svolta, al– l'alba del capitalismo, dai capitalisti venuti fuori dal modo semplice di pro– duzione 8 , e ciò quale che sia l'esatta interpretazione del fondamentale passo di Marx sulla questione (e credo ancora che e5so sopporti• l'interpretazione che usua1mente ad esso si dà). Alcune di queste prove sono state citate nei miei Studies (cap. 4). Questa è senza dubbio una questione che merita una attenzione maggiore di quella che finora vi è stata data. Ma l'importanza dello sviluppo della. piccola e media borghesia in questo periodo è stata già mostrata, tanto per citare una fonte, da Tawney. Vi sono prove sempre maggiori che l'importanza deB'impresa a kulak nel villaggio può difficil– mente essere sopravvalutata. Vi sono prove della presenza del kulak già in– un'epoca piuttosto lontana, le quali lo mostrano come colui che assume il lavoro dei più poveri contadini (cotter) e che, nel XVI sec., già introduce nuovi e migliori metodi di coltivazione su scala piuttosto estesa. Gli storici di questo periodo hanno rilevato recentemente che un carattere specifico della storia inglese del periodo dei Tudor fu la facilità con la quale questi 8 Il mio passo citato da Sweezy, nel quale è detto che « esiste una ben scarsa docu– mentazione che ad esso si riferisca », è relativo ai « dettagli del processo » e non alla esistenza di questo tipo di capitalista o alla funzione che esso esercitò. BibliotecaGino Bianco

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