Cultura e realtà - anno I - n. 3-4 - marzo 1951
DOCUMENTI 153 non avrebbe certo potuto provocare una emigrazione di ampie proporzioni 9 • La teoria dobbiana della causaz1one interna della caduta del feudale– simo potrebbe ancora essere salvata se fosse possibile dimostrare che iI sorgere delle città fu un processo interno al sistema feudale. Da come io interpreto Dobb, tuttavia, non è questo che egli sostiene. Egli prende una posizione eclettica sulla questione dell'arigine delle città medievali ma rico– nosce che la loro crescita fu in generale direttamente proporzionale alla loro importanza come centri commerciali. Dato che il commercio non può in alcun modo essere considerato come una forma di economia feudale, non si vede come Dobb potrebbe sostenere che il sorgere della vita citta– dina fu una conseguenza di cause feudali interne. Riassumendo questa cri– tica della: teoria dobbiana del declino del feudalesimo possiamo dire che, avendo trascurato di analizzare le leggi e l'evoluzione del feudalesimo del– l'Europa occidentale, Dobb scambia per tendenze immanenti certi sviluppi storici che in realtà possono soltanto spiegarsi risalendo a cause esterne al sistema. 5. Altre osservazioni sulla teoria del declino del feudalesimo. Mentre considero la teoria dobbiana del -declino del feudalesimo in– soddisfacente sotto va,ri aspetti, ritengo tuttavia che Dobb abbia dato un importante contributo alla soluzione del problema. Nella maggior parte, le sue critiche specifiche alle teorie tradizionali sono calzanti; e sembra chiam che nessuna teoria la quale tra.scuri i fatti messi in ·rilievo da Dobb, in particolare gli sperperi crescenti della classe dominante e la foga dei servi dalle campagne, possa considerarsi valida. È per questo che le osserv~ioni e i suggerimenti che seguono molto debbono a Dobb anche quando si disco– stano dalle sue vedute. A me pare che Dobb non sia. riuscito a scuotere la teoria comunemente accettata secondo cui la causa pri:maria del declino del feudalesimo fu l'af– fermarsi del commercio. Egli ha però mostrato come l'influenza del com– mercio sul sistema feudale sia più complessa di quanto si è di solito pen– sato: l'idea che il commercio equivalga a « economia monetaria» e che 9 Come dirò più avanti, fu la relativa mancanza di vita cittadina dell'Europa orien– tale che lasciò i contadini alla mercé dei signori e condusse alla recrudescenza di ser– vitù in quella regione durante il secolo XV. Dobb, si ricorderà, "7ita questa « seconda servitù » in Europa orientale, come argomento per combattere l'opinione che il com– mercio tende necessariamente a disgregare la società feudale. Possiamo ora vedere che in realtà il problema è assai più complesso. Vicino ai centri del commercio gli effetti sull'economia feudale sono fortemente disgregatori; più lontano l'effetto tende ad essere proprio l'opposto. È questo un problema importante su cui ritorneremo più avant_i . . BibliotecaGino Bianco
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