Cultura e realtà - anno I - n. 3-4 - marzo 1951

148 DOCUMENTI feudale sconvolge, immiserisce ed esaurisce la società ma non ha alcuna, tendenza a trasformarla. Un secondo elemento di ilnstabilità risiede nello sviluppo demografico. La strutturai del feudo è tale da porre un limite al numero di produttori cui può offrire impiego e al numero dei consumatori che può mantenere, e al tempo stesso la staticità ~nsita nel sistema impedisce ogni sviluppo generale di esso. Ciò non significa, ovviamente, che nessuno sviluppo sia possibile, ma che, in quanto ha luogo, esso non riesce a tenere il passo con' l'aumento della popolazione. I figli più giovani dei servi sono estromessi dalla cornice convenzionale della società feudale e vanno ad ingrossare le schiere dei vagabondi - i quali vivono di elemosina o di brigantaggio -– e forniscono la materia prima agli eserciti mercenari. Tutte cose caratte– ristiche del Medioevo. Questa eccedenza di popolazione, tuttavia, pur contribuendo alla insta– bilità e alla insicurezza, non esercita alcuna influenza creativa o rivolu– zionaria nella società feudale 4 • Possiamo pertanto concludere che il feudalesimo dell'Europa occiden– tale, nonostante la sua cronica instabilità e insicurezza, era un sistema do– tato di una fortissima tendenza a conservare dati metodi e dati rapporti di produzione. Io credo che possiamo con ragione dire di esso ciò che Marx disse dell'India del periodo precedente al dominio britannico: « Tutte le guerre civili, le invasioni, le rivoluzioni, le conquiste, le carestie ... non riuscirono a penetrare sotto la sua superficie» 5 • Io penso che se Dobb avesse tenuto nel debito conto questo carattere intimamente conservatore e statico del feudalesimo dell'Europa occidentale egli sa,rebbe stato costretto a modificare la teoria che egli avanza per spie– garne la disgregazione e il declino nel basso Medioevo. 3. La teoria dobbiana del declino del feudalesimo Dobb riassume la spiegazione comunemente accettata del declino del feudalesimo nei seguenti termini: « Ci viene sovente presentato il qua 1 dro di una economia più o meno 4 Potrebbe pensarsi che il vigoroso movimento di colonizzazione e di bonifica mani– festatosi durante il XII e XIII secolo sia in contrasto con l'argomento esposto nel testo. Non ritengo tuttavia che ciò sia sostenibile. Il movimento di colonizzazione sembra essere stato un riflesso dello sviluppo del commercio e della produzione mercantile, non già una manifestazione della forza di espansione interna della società feudale. Cfr. HENRI PIRENNE, Economie and Socia/ History of Medieval Europe (New York, 1937) cap. 3, sez. II. 5 fauLE BtrRNS, ed., A Handbook of Marxism, London 1925, p. 1S2. BibliotecaGino Bianco

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