Cultura e realtà - anno I - n. 3-4 - marzo 1951
DOCUMENTI 147 2. I.A teoria del feudalesimo dell'Europa occidentale. Fondandoci sulla descrizione fatta da Dobb noi possiamo definire il ieudalesimo dell'Europa occidentale come un si6tema economico in cui la servitù è il rapporto di produzione predominante e in cui la produzione è organizzata nell'ambito e intorno al feudo del signore. È importante no– tare che questa definizione non i-in plica una « economia naturale» o l'as– senza di transazioni monetarie o di calcoli monetari. Essa implica invece che i mercati sono per la maggior parte locali e che il commercio a grandi distanze, sebbene non necessariamente assente, non esercita un peso deter– minante sui motivi e sui metodi della produzione. Il tratto peculiare del feudalesimo, in questo senso, è che esso è un sistema di produzione per il consumo. I fabbisogni delle comunità sono noti, e la produzione è im– postata ed organizzata in funzione del soddisfacimento di questi fabbiso– gni. Ciò ha conseguenze di estrema importanza. Come scriveva Marx nel Capitale « è chiaro ... che in ogni forma economica di società in cui predo– mina non già il valore di scambio ma il valore d'uso del prodotto il plus– lavoro troverà un limite in una data serie di bisogni che potranno essere più o meno grandi, e che in questo caso la produzione non genera per sua natura una sete illimitata di plus-lavoro» 3 • Manca, in altre parole, la spinta che esiste nel capitalismo a un continuo perfezionamento dei metodi di pro– duzione. La tecnica e le forme organizzative si mantengono entro confini segnati. Allorché ciò avviene, come insegna il materialismo storico, l'in– tera vita della società tende molto fortemente ad essere dominata dal co– stume e dalla tradizione. Non sarebbe tuttavia giustificato concludere che un tale sistema sia necessariamente stabile o statico. Un primo elemento di instabilità è rappre– sentato dalla concorrenza fra i signori feudali per il possesso della terra e la disponibilità di vassalli, quella e questi essendo il fondamento del potere e del prestigio; questa concorrenza è analoga alla concorrenza per i profitti in regime capitalistico, ma i suoi effetti sono del tutto diversi. Essa genera uno stato di guerra più o meno permanente, ma la conse– guente precarietà della vi,ta e della proprietà lungi dal rivoluzionare i me– todi di produzione, come avviene per effetto della economia capitalistica, non fa che accentuare la reciproca dipendenza del signore e dei vassalli e pertanto rinsalda la struttura fondamentale dei rapporti feudali. La guerra 3 Capitale, I, p. 260 (il corsivo è mio. Tutte le citazioni dal Capitale sono tratte dall'edizione di Kerr). BibliotecaGino Bianco
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