Cultura e realtà - anno I - n. 3-4 - marzo 1951

DOCUMENTI 143 economica fondata sullo scambio; ed infatti gli ultimi due secoli del periodo medievale, l'huitzinghiano « autunno del medioevo», sarebbero caratteriz– zati da una particolare forma di transizione, non più feudale ma non ancora. capitalistica: la produzione mercantile precapitalistica. Non importa in questa premessa criticare l'arbitrarietà e l'infondatezza della soluzione dello Sweezy, la difficoltà di giustificare il sorgere e lo svi– lupparsi travolgente di una forma economica fondata sullo scambio, sulla produzione per il mercato, dopo aver ridotto esclusivisticamente il sistema sociale del medioevo a sistema della produzione per il consumo. E non im– porta neppure soffermarsi sui troppi problrmi che la soluzione dello Sweezy lascia aperti, quando non aggrava ulteriormente: perché, ad esempio, il com– mercio non ha avuto la funzione, che lo Sweezy gli attribuisce, anche nei sistemi feudali del/'est europeo e sovrnttutto in quelli extraeuropei? Su tutti questi aspetti infatti si esercita con successo la critica del Dobb, che qui presentiamo. A noi è sufficiente sottolineare che lo Sweezy partendo da un tentativo di storiografia marxista ricade in una storiografia dei fattori; e dà in questo tutt'intiera la misura del suo fallimento. Perché allora la posizione del Dobb non risulta vittoriosa? Perchè le obbiezioni e le critiche che lo Sweezy le muove da una posizione così /alli– mentare, conservano qualche mordente? Il Dobb non cade nel 'errore di separare,·quasi in contrapposti sistemi, una produzione per il consumo e una produzione per il mercato. Egli anzi identifica con esattezza nel dominio arbitrario e schiacciante del diritto sulla economia, nella servitù, la caratteristica essenziale del medioevo. Di più, il Dobb imposta la causalità del processo storico medievale nell'interna con– traddizione del sistema del feudo, e riesce quindi a liquidare l'immobilità eccessiva attribuitagli dallo Sweezy, e a dare lo spazio dovuto alla lotta delle due classi fondamentali del sistema del feudo: i proprietari della terra e i servi. Ma perché allora il Dobb è costretto, per spiegare il sorgere della bor– ghesia, a ricorrere a quello stesso fattore, lo sviluppo dello scambio, del com– mercio, che aveva già criticato nello Sweezy e che è evidentemente la stessa cosa dello svil.upparsi della classe borghese? Perché il Dobb è sospinto al– i' evidente petizione di principio di spiegare lo svilupparsi di un determinato fenomeno utilizzando un aspetto di questo sviluppo medesimo? In altri termini, la posizione del Dobb è ben più rigorosamente mar– xiana di quella dello Sweezy, e sarebbe, più che difficile, impossibile giudi– carla socialdemocratica. E tuttavia anche il Dobb, nel concreto dell'analisi storiografica, finisce per ricadere in una storiografia dei fattori. E se ciò gli accade in modo meno evidente che non allo Sweezy, gli accade comunque tn maniera innegabile. Il suo tentativo infatti di superare dialetticamente l'insufficienza e /"erroneità di una storiografia di fattori e di ritrovare una unità del processo storico postulando un'interazione tra i fattori diversi, ri– mane un tentativo inconsistente e contrnddittorio. La realtà è cl1e anche l'analisi del Dobb dovrebbe condurre a quella conclusione sulla catastroficità del medioevo, che abbiamo già visto risultare BibliotecaGino Bianco

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