Cultura e realtà - anno I - n. 3-4 - marzo 1951

142 DOCUMENTI rapida e violenta liquidazione non solo del limite e dell'errore del sistema feudale, ma anche di tutto ciò che non si era saputo sviluppare omogenea– mente, e che quindi era divenuto nella sua materialità impaccio ed ostacolo al marciare in avanti. In altri termini noi non vogliamo dire che i·l sistema feudale dell'occi– dente europeo abbia garantito uno sviluppo pienamente omogeneo, e quindi una continuità perfetta, senza rottura alcuna, fino allo sbocco nel sistema capitalistico. Il fatto che la rivoluzione divenne alla fine inevitabile, o per megHo di're che la violenza diventò, ad un determinato momento, l'unica « levatrice » storicamente possibile dell'epoca nuova, dimostra che di svilup– po omogeneo il sistema feudale non fu capace. Ma noi intendiamo dire che la storia dimostra la di"fferenza nettissima del sistema feudale dell'occidente europeo da quello del mondo romano, e la sua superiorità dal punto di vista della garanzia dello sviluppo. Noi intendiamo dire anzi ben più di questo, che è di una evi– denza immediata, e che è praticamente, anche se con varia chiarezza teorica, ammesso da tutti. La storia dimostra anche che il sistema feudale dell'occi– dente europeo - ossia, per essere finalmente precisi, il sistema sociale del medioevo, nelle sue due dimensioni culturale ed economica - ha sullo stesso sistema capitalistico una precisa superiorità dal punto di vista della garanzia dello sviluppo. Ci rendiamo conto che ciò è lungi dall'essere ammesso nonché da tutti, nemmeno da pochi; e ci rendiamo conto che la materializzazione, tipica del– l'ideologia borghese, del concetto di pmgresso e il conseguente, metodico scambio tra evoluzione materiale e sviluppo dei valori, impediscono di w– vertire determinate e specifiche superiorità del passato rispetto al presente. Ma ammessa o no, avvertita o meno, la superiorità del sistema sociale del medioevo nel garantire lo sviluppo è dimostrata dall'andamento del processo storico. Basti pensare al fatto, altrimenti inspiegabile, che la rottura violenta del sistema capitalistico è avvenuta ed avviene nei punti di più arretrato sviluppo, mentre quella del sistema sociale del medioevo si verificò sempre nei punti più alti. Proprio al contrario, dunque, della convinzione socialdemocratica e del– l'opinione dello stesso Sweezy, v'è nel sistemà sociale dell'età moderna una carica catastrofica, che nella sua specificità è del tutto ignota al sistema so– ciale del medioevo. Attraverso· la riduzione semplice ed esclusiva del sistema sociale del me– dioevo a sistema della produzione per il consumo, lo Sweezy sarebbe dovuto giungere pertanto a conclusioni storiograficamente del tutto insostenibili. Egli non compie quindi l'ultimo passo, ma non modifica nemmeno le con– dizioni e le premesse iniziali del suo ragionamento. Introduce semplice– mente un altro fattore del processo storico e fa dello scambio, del commercio, il vero e proprio deus ex machina, che dovrebbe spiegare e giustificare la lenta transizione evolutiva dal sistema feudale a quello capitalistico. In sostanza dunque, la storia del medioevo consisterebbe per lo Sweezy nella lenta liquidazione del sistema feudale ad opera di una superiore forma BjbliotecaGino Bianco

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