Cultura e realtà - anno I - n. 3-4 - marzo 1951

LETTURE 137 Questa via di « riguadagnarsi in Dio» nell'atto stesso del perdersi totale, è, in campo morale, la umiltà e, in campo intellettuale, la pura « intuizione ». Distensione che è temerarietà estrema ed è insieme movi– mento di audacia diventato ormai essenza dell'anima stessa. È quella rinuncia radicale alla propria forza e al proprio valore, quel puro « raccomandarsi a Dio» e « porsi sotto l'ali della chioccia Cristo» (Lutero), che ultimamente William James ha de-scritto in modo così egregio. In quella parte del s.uo libro « Dell'esperienza religiosa e della sua molte– plicità» che s'intitola «Conversione», egli r,ichiama l'attenzione sui due tipi religiosi di «conversione»: quella «volitiva» e quella dell'« abban– dono ». Egli dimostra mediante una serie di esempi, quanto più significativo sia il secondo tipo. Già trattandosi di mète puramente elementari, ad es. farsi venire in mente: un nome, 11 piil delle volte non è lo sforzo ma la distensione che ci dà quanto si desiderava. Ci si dice: « Non ti sforzare e pensa a qualcos'altro». Allora viene da sé quanto si desiderava. In grande, appartengono allo stesso tipo tutti i casi in cui ogni lotta, ogni presa di « buoni proponimenti », di cui - come dice il proverbio - è lastricato l'inferno, viene posposta, e tutto si raccomanda ad una potenza che nel– l'interno lentamente cresce e che fornisce con facilità di gioco quello che prima si cercava con tanto affanno 1 • Frank Bullen, di cui W. James cita l'autobiografia, « In mare con Cristo», durante un violento fortunale, mentre manovrava alle vele, fu quasi proiettato fuori bordo: « La vela mi sfuggì dalle mani ed io caddi all'indietro, appeso per un piede - la testa in giù - sopra lo strepito ribollente della bianca schiuma, sotto il bordo di prua del veliero; ma nella mia certezza della vita eterna provavo solo una alta estasi. Rimasi appeso certo non più di cinque secondi, ma in quel tempo vissi un~intera vita di voluttà. Né so come mi riuscisse poi di fissare la vela». Questo miracolo interno della rinascita sempre nuova, di un ri– torno di forza per « fissare la vela » da una riserva che è infinita ove si rinunci incondizionatamente alla « propria forza » e ad ogni più piccola dignità, è la meta cui tende - senza saperlo - ogni umiltà. Nella sua ultima opera « L'universo pluralistico» William James dice: « Lutero fu il primo moralista 2 che spezzasse efficacemente la crosta di tale « sufficienza a se stessi » totalmente naturalistica (cioè della morale antica), ritenendo (e probabilmente a ragione) che questo avesse fatto anche 1 Il concetto di « Grazia » trova evidentemente il suo fondamento in simili espe– rienze. Esso è giustificato anche se fosse ingiustificato il riferimento di tali esperienze ad un effetto di Dio. 2 Questa affermazione storicamente non è fondata. BibliotecaGino Bianco

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