Cultura e realtà - anno I - n. 3-4 - marzo 1951

122 LETTURE Si ammette universalmente dai filosofi moderni, che tutte le qualità sensibili degli oggetti, come il duro e il molle, il caldo e il freddo, il bianco e il nero ecc., sian qualità soltanto secondarie, non esistenti negli oggetti in sé, ma come nostre percezioni che non hanno un archetipo o modello esterno che esse rappresentino. Ma se si concede questo per le qualità secon... darie, lo si deve dire anche per le quafaà primarie della estensione e soli– dità, non potendo le ultime aiver maggiori titoli delle prime a chiamarsi così. Anche l'idea. di estensione è infatti totalmente acquisita per mezzo del senso della vista e del tatto (e così la corporeità); e se tutte le qualità percepite coi sensi sono nella mente e non nell'oggetto, la stessa conclusione deve ab– bracciare anche l'idea di estensione, che dipende in tutto da idee sensibili, ossia da idee di qualità seconde. Nulla ci può salvare da questa conclusione, a meno di affermare che le idee di qualità prime son ottenute per astrazio~ ne: opinione che, a ben esaminarla, rende quelle idee (in quanto astratte) inintelligibili e perfin assurde. Un'estensione che non sia. tangibile né visi– bile, non è concepibile; e un'estensione tangibile e visibile che non sia né dura né molle, né bianca né nera ecc., è ugualmente fuori della sfera del– l'intelletto umano. Provatevi a concepire un triangolo in generale, che noru sia né isoscele né scaleno, e non abbia alcuna particolare lunghezza e pro– porzione dei lati; e tosto vedrete l'assurdità di tutte le nozioni scolastiche circa la realtà delle idee astratte e generali. 5 Sembrerà assai strano che gli scettici intendano distruggere la ragione con ragionamenti e giudizi, eppure questo è il grande intento di tutte le loro critiche e ricerche. Essi lavorano ad accumulare obbiezioni, da una, parte contro il ragionamento astraente, dall'altra contro quello riguardante dati di' fatto e le cose esistenti. La principale obbiezione contro i ragionamenti astratti (delle scienze pure) è derivata dall'esame delle idee di spazio e tempo: idee che nella vita comune e per chi non ci riflette son molto chiare e intelligibili, rna quando I passano per la trafila del.le scienze pure, e ne sono il principale obbietto, forniscono concetti che poi sembrano pieni di assurdi e di contraddizioni. Non c'è dogma sacerdotale, inventato per domare e sottomettere la ribelle ragione, che abbia mai urtato il buon senso più di quanto fa la dottrina dell'infinita divisibilità dello spazio, con le sue conseguenze, pomposamente BibliotecaGino Bianco

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