Cultura e realtà - anno I - n. 3-4 - marzo 1951

LETTURE 121 da pòrtare un'immagine di se stesso a, una sostanza, che vien supposta così diversa e perfino opposta alla: sostanza fisica. Che le percezioni sensibilii sian prodotte da oggetti esterni lor somiglianti, è una questione riguardante i fatti; ma come risolverla?· Certamente, con l'esperienza, come si fa in ogni altra questione di questo genere: ma qui l'esperienza è del tutto muta, e non può essere che muta. Lo spirito non ha altro, presente a sé, che le percezioni, e non gli è possibile aver alcuna esperienza diretta della lor connessione con gli oggetti. L'ipotesi d'una tal connessione è dunque priva d'ogni fondamento logico. Fare poi ricorso alla veracità dell'Essere supremo, allo scopo di provare la veracità dei nostri sensi, è proprio come aggirarsi in un inatteso circolo vizioso. Se la veracità di Dio riguardasse minimamente l'argomento, i nostri sensi dovrebbero essere assolutamente infallibili, perché (se le percezioni sono in Dio, o di Dio) Dio non può ingannare (laddove, invece, spesso c'ingannano). Senza dire che, una volta posta in dubbio la realtà esterna, rimarremo a· corto di argomenti anche per dimostrare la realtà di quel– l'Essere, o di una. parte de' suoi attributi (l'estensione e la realtà del mondo). Questa dunque è un'istanza nella quale gli scettici più intelligenti e più filosofici trionferanno sempre, cercando d'insinuare il dubbio generale in ogni oggetto di ricerca e di conoscenza. Essi posson dire: Voi seguite gli istinti e le naturali inclrnazioni, prestando fede alla veracità dei sensi? Ma questi vi portano a credere, che le semplici percezioni e le immagini sensi– bili sono il reale oggetto esterno. O sconfessate questo principio per abbrac– ciare un'opinione più razionale, e cioè che le percezioni sono soltanto rap– presentazioni (soggettive) di qualcosa di esterno? E allora vi allontanate dalle vostre tendenze spontanee e dal modo di senti·re più comune; ed anche così non riuscite ad appagare la vostra ragione, che non troverà mai argo– menti convincenti per dimostrare con l'esperienza che le percezioni sono connesse con qualche oggetto (esistente) fuori di esse. 4 C'è un'altra pos1z1one scettica dello stesso tipo, derivante da una filo– sofia più profonda; essa meriterebbe la nostra attenzione, se fosse conve– niente tuffarsi tanto a fondo per poi scoprire argomenti e ragioni che servon così poco a intenti positivi. BibliotecaGino Bianco

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