Cultura e realtà - anno I - n. 3-4 - marzo 1951
DISCUSSIONI 113 politico-sociale) ad essa frappone. Si stabilisce così un rapporto che con– ferma quello che sopra avevamo già detto, e cioè che intanto la politica acquista il suo valore in quanto, autonomamente realizzata secondo le esi– genze specifiche del suo ricordato fine, offre il maggior valore naturale al– i' azione elevante del Soprannaturale». Non vediamo alcuna sensibile differenza tra il criterio razionale del Lazzati e quello espresso dal Novacco là dove questi parla di uno Stato che « garantisca e sanzioni un assetto sociale e dei rapporti umani che con– sentano e sollecitino una natura umana idonea al rapporto di grazia» 3 • Resta così dimostrato cte il problema del dossettismo, come qualunque al– tro problema storiografico, non può esser risolto con la semplice applica– zione di un criterio razionale. Un movimento politico ha bisogno, per valere storicamente, non solo di premesse filosofiche esatte, ma anche di premesse storiche efficaci. Non sempre idee vere trovano la realtà storica aperta ad accoglierle: in questo caso varrà la proposizione evangelica per cui il seminatore non è sempre coglitore delle messi che ha seminato. Storicamente la sinistra democristiana rappresenta il tentati,vo di supe– rare la condizione di devitalizzazione di uno Stato « supplito dalla Chiesa » partendo da quella realtà di supplenza (e in ciò sta la differenza dai ten– tativi laici di revitalizzazione dello Stato); fenomeno nato dalla Resistenza, essa ne rappresenta storicamente l'ultimo appello: appello venuto quando l'attimo rivoluzionario era già passato senza che la debolezza e la contrad– dittorietà intrinseca del movimento di Resistenza abbia permesso di coglierlo. La sinistra democristiana italiana ha cercato di partire dalla condizione di devitalizzazione dello Stato e di supplenza della Chiesa, e di fare dell'espe– rienza democristiana il punto di partenza per un rinnovamento e un rav– vivamento dello Stato. Da ciò la sua scelta repubblicana; da ciò le sue insistenze sul rafforza– mento del Partito e dei Sindacati democratici; da ciò il suo richiedere una politica estera di fermezza dignitosa; e infine sopratutto la qualificazione assunta sul problema dei rapporti tra Azione Cattolica e azione politica. Questa attività era però fondata su una premessa storica: cte fosse pos– sibile costruire durevolmente nelle condizioni di equilibrio generale create dalla crisi della seconda guerra mondiale. Questa premessa storica si è gradualmente rivelata insussistente, e l'ir– rigidimento che la crisi generale ha creato lentamente all'interno dei Paesi 3 Cultura e Realtà, n. 2, pag. 35. BibliotecaGino Bianco
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