Cultura e realtà - anno I - n. 3-4 - marzo 1951
CONSIDERAZIONI SULLA NATURA DELLA TEORIA DELLE AREE DEPRESSE 103 realizza. Nel planning sono compresenti il criterio della sostituzione dell'iniziativa privata e il criterio del controllo e della sollecitazione della stessa: e fin qui nessun ostacolo di principio. Ma quel che manca nel planning è l'individuazione di un obbiettivo generale (di principio) e di un criterio (pure di principio) che presiedano alla articolazione fra intervento sostitutivo, intervento repressivo e inter– vento di sollecitazione. Cosicché l'accostamento e la continuazione, nella pratica, dei vari criteri di intervento, ha un carattere sostanzialmente casuale e non dipendente dai fini e dalla natura essenziali dell'ordina– mento pubblico. Nessuna garanzia quindi esiste che l'intervento a carat– tere sostitutivo (ad es. le nazionalizzazioni e il contingentamento delle produzioni) non abbia ad assumere ampiezza tale da atrofizzare e nega– re praticamente, anziché garantire, il sistema autonomo del mercato (realizzando in sua vece un sistema eteronomo di pianificazione). Né viceversa vi è garanzia che il governo si senta costituzional– mente impegnato ad intervenire con ampiezza sufficiente e con criteri adeguati a costituire e rinnovare, in ogni caso e in ogni momento, le condizioni per l'esplicazione autonoma dell'attività imprenditoriale. In sostanza, il principio che regge ancor oggi il planning nei paesi capitalistici è quello dell'accettazione del « minor male» o del « male necessario ». È evidente come un tale principio non possa essere suffi– ciente a regolare il comportamento dello stato di fronte al sistema eco– nomico, né quindi ad eliminare gli eccessi, le deformazioni o le enormi lacune che in effetti si verificano nell'intervento pubblico nell'economia dei vari paesi. Ciò appare tanto più vero quando l'intervento debba essere diretto alla sistemazione di un'economia cosl gravemente disse– stata o priva di opportunità iniziali, come quella di un'area depressa o sottosviluppata. In un'economia di questo tipo l'intervento a carattere sostitutivo dovrà probabilmente essere particolarmente accentuato nella fase ini– zi~le, ma se il principio generale ispiratore della condotta di governo fosse quello di garantire la formazione e la sussistenza di un sistema economico autonomo, l'intervento sostitutivo dovrebbe gradualmente cedere il passo ad altri tipi di intervento a funzione prevalentemente regolatrice. D'altra parte risulterebbe illusorio un intervento che, preoc– cupandosi di affermare un sistema economico autonomo e autopropul– sivo in un'area depressa, volesse fin dalla fase iniziale, in una economia ancora incapace di vita propria, dare prevalente accentuazione alla fun- Biblioteca Gino Bianco
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