Cultura e realtà - anno I - n. 3-4 - marzo 1951

102 GIORGIO CERIANI SEBREGONDI ze 29 , mentre come regola generale si sarebbe dovuto accettare quella del non intervento. Di fatto oggi il principio dell'intervento continuativo e generale si è affermato anche nei paesi del capitalismo più avanzato, Stati Uniti e Inghilterra, dove più radicato è il principio della libera iniziativa, e ciò non solo per necessaria condotta politica nei confronti delle aree depresse, ma essenzialmente per il regolamento e il sostegno delle eco– nomie interne di quei paesi. Il superamento però della concezione dell'intervento saltuario e straordinario si può dire che non sia sostanzialmente avvenuto, perché l'intervento continuativo e generale si afferma oggi soltanto di fatto, perché continui fatti esigono continui interventi, ossia una continua corsa ai ripari. E, ç'altra parte, perché l'esperienza dell'economia di guerra ha dato modo di constatare che vi sono interventi che val la pena di mantenere anche in tempo di pace; un tempo di pace, d'altronde, che, per l'enorme sforzo di preparazione militare che si sta compiendo, mantiene il carattere di una « economia di guerra» ossia straordinaria (anche se di lungo momento). Per quanto, dunque - sotto la spinta della necessità di preven– zione delle crisi, di intervento nelle aree depresse e di mantenimento di una economia di guerra - il planning, ossia l'intervento continua– tivo e generale nell'economia, si vada ovunque diffondendo, non si ha un reale trascendimento della concezione di non intervento o di intervento frammentario e straordinario. Né un trascendimento concet– tuale si può constatare quando si considera, non l'aspetto quantitativo, ma quello qualitativo dell'intervento, ossia il tipo e il modo in cui si 29 Si veda ad es. BRESCIANITuRRONI, Introduzione alla politica economica, Giulio Eìnaudi Editore, Torino 1944, pagg. 130 e segg. Tale posizione sembra anche difficil– mente sostenibile quando nel contempo si affermi, come fa lo stesso Bresciani Turroni, che la politica economica è una parte e una manifestazione della politica generale. L'in– terrompimento infatti dell'intervento a favore dell'economia assume, se s1 accetta questa concezione, il valore di una sospensione, da parte dello stato, dell'esercizio delle proprie funzioni essenziali. La concezione dell'interessamento saltuario dello Stato alla vita del sistema economico si fonda evidentemente su una equivoca separazione e, spesso, contrap– posizione tra vita e funzioni del sistema economico e « ragione di stato» (vedi Bresciani Turroni cit. pag. 130). Tale posizione si presenta evidentemente assurda se si considera che un sistema economico in concreto non esiste, disgiuntamente e al di fuori dello Stato. li sistema economico sussiste e si espande solo se l'ordinamento e la politica gene– rale dello Stato sono continuamente ordinati a questo fine. li problema potrebbe forse essere avviato a soluzione quando si comprendesse che non si tratta di intervenire nel sistema economico per coartarne le leggi naturali, ma piuttosto di intervenire a f a11orc del sistema economico affinché le sue proprie leggi possano attuarsi senza le deforma– zioni che gli ostacoli continuamente riproducentisi nell'ambiente tendono a produrre. BibliotecaGino Bianco

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