Cultura e realtà - anno I - n. 2 - luglio-agosto 1950

LETTURE 91 <li accecati alcuni pochi coscienti debbano starsene con le labbra suggellate, l'orrore è completo quando tutti ormai sanno, ma sono costretti a tacere e l'uno legge la verità negli occhi sfuggenti o angosciosamente sbarrati del- 1'altro. Mentre cercavo di eseguire fedelmente il mio compito biografico, e in -continua agitazione procuravo di dar degna fdrma a fatti intimi e per– sonali, non mi curavo di ciò che avveniva all'esterno, al tempo in cui scrivo. L'invasione della Francia, la cui possibilità era ammessa da un pezzo, è ormai un fatto compiuto - un'impresa tecnico-militare preparata con -ogni cautela, di prim'ordine o, meglio, di ordine nuovo che non potemmo impedire al nemico, come non si osò raccogliere in un unico punto tutta la nostra difesa, perché non si sapeva se quel punto fosse uno fra i tanti e non si dovessero aspettare altri attacchi in settori imprevedibili. Vana e dannosa era ogni previsione, e ben presto le truppe, i carri armati, le arti– glierie e ogni sorta di materiali occorrenti furono sbarcati in quantità mag– giore di quanto fossimo capaci di ributtare in mare. Cherbourg, il cui porto - com'era lecito sperare - l'arte degli ingegneri tedeschi aveva reso .assolutamente inservibile, ha capitolato dopo eroici radiogrammi del gene– rale comandante la piazza nonché dell'ammiraglio indirizzati al Fiihrer, e già da alcuni giorni infuria la lotta per la contesa città normanna di Caen - una battaglia che, se le nostre preoccupazioni vedono bene, mira ad aprirsi la strada verso la capitale francese, quella Parigi alla quale nel nuovo ordine doveva toccare la parte di Luna Park e di bordello europeo, e dove invece ora, mal tenuta in freno dalle forze unite della nostra poli– zia e dei suoi collaboratori francesi, la resistenza già alza sfacciatamente la -cresta. Quante cose sono accadute durante la mia attività solitaria senza che me ne avvedessi! Pochi giorni dopo lo stupefacente sbarco in Normandia la nostra nuova arma di rappresaglia, preannunciata più volte dal Fiihrer con intima gioia, fece la sua comparsa sulla scena del fronte occidentale: la bomba Vl, strumento di battaglia quale soltanto la stringente necessità può suggerire al genio d'un inventore, messaggero alato della distruzione che, lanciato in gran copia dalle coste francesi, esplode sull'Inghilterra me– ridionale e, se le apparenze non ingannano, è diventato in breve una vera calamità per l'avversario. Avrà poi la facoltà di evitare danni decisivi? La sorte non ha voluto che si compissero in tempo gli impianti necessari per turbare e impedire l'invasione con i proiettili volanti. Intanto si legge la .BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy