Cultura e realtà - anno I - n. 2 - luglio-agosto 1950

86 LETTURE prendosi un occhio con la mano e fissando l'orrore con l'altro, precipita di disperazione in disperazione», è parte ineliminabile della nostra storia, aspet– to delittuoso della incapacità e degli errori nostri, tratto necessario del cam– mino verso un riscatto comune. Veramente pertanto ragioni ancora più forti di' quelle che lo sconsi– gliavano, ci hanno indotti a pubblicare le pagine seguenti di Thomas Mann. Incominciare a dire qualcosa sul problema tedesco ci sembrava un dovere. E in proposito, a tutt'oggi, nulla di meglz"osi poteva offrire al lettore di que– ste pagine. Né il lettore si lasci ingannare: come già si avvertiva esse per– dono, separate dall'opera, molto della sottigliezza e della molteplicità del loro significato. La nostra scelta perciò vuole essere innanzi tutto un invito a!fa lettura del Doctor Faustus, che è senza dubbio una pietra miliare sul cam– mino della cultura europea e quasi un roccioso segno di termine tra una fase e un'altra. Poiché è ben certo che non si poteva sviluppare, come fa Mann, la cronaca orrida dei mesi del disastro finale della Germania con un così sereno ed implacabile giudizio e una così accorata pietà, con tanta veggente consapevolezza del dramma cosmico di cui erano conclusione ed inizio e tanto disperata speranza nell'avvenire, senza aver compreso o forse più ancora sofferto le insufficienze, le contraddizioni, le colpe della cultura europea, senza aver visto la necessità della loro fine e al tempo stesso di una continuazione, anche se ancora si è incapaci di indicare con chiarezza il modo per realizzarla. Il Doctor Faustus contiene appunto questo messaggio. Che esso ci pro– venga da un tedesco che è anche uno dei massimi spiriti europei, e che la lunga, travagliata, complessa ambiguità di Thomas Mann si sia a/fine di– sciolta in questo grid.o non più attutito da incertezze e da scetticismi ma solo da sofferenze e da pudore, ci sembrano fatti di un significato e di un valore inestimabili. Certamente sono motivi tra i più profondi alla spe– ranza e al lavoro. Stamane, mentre Helene, la mia cara consorte, ci preparava la tazza del mattino, e la fresca giornata autunnale dell'Alta Baviera incominciava a emergere dalle obbligate nuvole all'alba, ho letto nel giornale la notizia della felice rinascita della nostra guerra sottomarina, la quale in venti– quattrore ha affondato non meno di dodici navi, tra cui due grandi piro– -scafi, uno inglese e uno brasiliano, con 500 passeggeri. Questo nostro suc– cesso è dovuto a un nuovo siluro di qualità meravigliose che la tecnica tedesca è riuscita a costruire, e non posso reprimere una certa sodisfazione per questo nostro sempre nuovo spirito inventivo, per la nostra prodezza nazionale che nessun'avversità riesce a piegare e che è sempre e intera a -disposizione del regime il quale ci ha condotti a questa guerra e ci ha BibliotecaGino Bianco

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