Cultura e realtà - anno I - n. 2 - luglio-agosto 1950
• 74 DISCUSSIONI il fatto che sempre lo scetticismo, specie quando si tratta di scett1c1smo sull'efficacia pratica della conoscenza, finisce inevitabilmente per concentrarsi su questa specifica provincia del sapere umano (assai più che sulla scienza, poniamo, di cui al massimo ci si limita a mettere in dubbio la consistenza teoretica). Dirò allora che fin dall'inizio ho cercato di tener conto di questo fatto, e che tutto quanto precede va inteso quindi come riferibile anche alla filosofia. Anche, cioè non in mo<lo esclusivo; sebbene - debbo aggiungere -- in modo eminente. Non fosse altro che per ciò: che quel che conviene ad ogni forma di conoscenza non può non convenire in primo luogo a quella forma di cui il meno che si possa ammettere è che è destinata a dar conto della natura e dei limiti di tutte le altre. Al punto in cui mi trovo comunque mi limiterò ad aggmngere a conforto della mia tesi una semplice considerazione . Qualsiasi discorso che riguardi essenzialmente la filosofia, come c1 avverte una riflessione non nuova eppure solo sofisticamente contestabile, è esso stesso un discorso filosofico. Così è una questione filosofica anche quella che stiamo discutendo (se la filosofia sia « praticamente importante») come filosofiche sono del pari entrambe le risposte che a tale questione possano darsi: tanto la mia, affermativa, quanto quella negativa che pare voglia darvi Carocci. Mi sembra pertanto sufficiente considerare questo fat– to: che sia dalla prima come dalla seconda risposta debbono necessaria– mente discendere delle conseguenze pratiche (per es. insistere nella ricerca filosofica, o abbandonarla), per comprendere con chiarezza quale delle due risposte sia giusta. Del resto, anche ammettendo che in partenza possano darsi fondati dubbi sulla questione, suppongo che in ogni caso non si possa non esser certi di ciò: che sicuramente sia utile almeno di cercare di risolvere questi dubbi. Ma una tale ricerca, appunto, è una ricerca filosofica. E non è forse casuale che essa, con tutte le ricerche concernenti la funzione, la natura e la propriètà della filosofia, segni un punto su cui convergono tutti i fili maestri del pensiero moderno; su cui si aprono - o si chiudono - tutte le indagini volte a comprendere i principi del mondo storico r i problemi di fondo della sua trasformazione; e su cui infine massima risulta la contraddizione delle i<lee del nostro tempo. Ciò basta secondo me a far intravvedere la necessità urgente e deci– siva che proprio il nostro tempo ha di esser conscio dell'importanza della ricerca filosofica; e prima ancora (giacché una tale consapevolezza non può non nascer dopo), la necessità urgente e decisiva che proprio il no~tro BibliotecaGino Bianco
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