Cultura e realtà - anno I - n. 2 - luglio-agosto 1950

DISCUSSIONI 71 che meglio hanno operato per risolverla. Ciò vuol dire che proprio l'espe– rienza degli ultimi cento anni, nonché porre in discussione la validità del famoso principio, ne costituisce anzi in modo palese una verifica. Ecco perché dunque non mi riesce di vedere i mali della fiducia nella conoscenza, né mi riesce di capire il senso di frasi come quella di Carocci che dice: « Tutto ciò, quantunque interessante culturalmente, ha assai poco a che fare con la realtà ». Tutto ciò che è interessante culturalmente - 10 direi invece - non può non avere a che fare, lo si voglia o no, con la realtà. E dicendo questo d'altronde non credo di fare una scoperta peregrina. Per quel che ne so infatti nessuna delle correnti di pensiero passate o p~esenti (e tanto meno il senso comune) nega questa tesi esplici– tamente. Anzi tutte esplicitamente la affermano, anche se poi molte, impli– citamente, la contraddicono. • II È forse in disaccordo Carocci con quanto precede?· Per molti motivi, penso di no. E comunque mi piace supporre, per comodità di discussione, che in fondo non lo sia affatto e che anzi egli pensi in cuor suo, magari in termini alquanto diversi, le stesse cose che io penso. Proprio per ciò d'altra parte mi sembra importante non fermarmi qui, e cercar di vedere perché, non ostante tutto, egli sia così scettico sull'efficacia, nel momento presente, dèlla ricerca culturale. La questione non riguarda lui solo. A ragio– ne infatti egli dice che il suo scetticismo è oggi condiviso da molti. Ebbene, io sono certo che in tutti costoro questo scetticismo non nasce quasi mai direttamente da un consapevole rifiuto della funzione specificatrice della ragione rispetto all'azione. Da che cosa nasce dunque? Credo che la risposta vada cercata là dove Carocci dice: ((Poiché le attuali ideologie denunciano la loro insufficienza e pesano come cappe di piombo sulle spalle degli uomini, tendo come molti a vedere la guari– gione ecc. ecc. ». Dunque, l'insufficienza e il peso delle attuali ideologie. Cioè la crisi radicale della cultura contemporanea. La causa dello scetti– cismo risiede secondo me nell'avvertimento di questa crisi, o meglio nella falsa conclusione che da questo avvertimento si suol trarre. E dico falsa perché l'unica conclusione giusta è la seguente: c'è una cns1 radicale della cultura? Più che mai allora bisogna lavorare cultural.mente per i:isolverla BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy