Cultura e realtà - anno I - n. 2 - luglio-agosto 1950

DISCUSSIONI 65 inganno e illusione? Solo la borghesia ridotta alla memoria, con la propria forza ormai dietro. le spalle, può compiacersi di trovare Iddio in tracce o in sospensione nelle storte della psicologia del profondo. La critica dell'il– lusione religiosa, allora, è davvero ancora la premessa d'ogni critica; critica d'ogni situazione mitica, sua distruzione senza residuo; la verità-prassi non concederà distinzioni fra « processo spirituale » e « piano storico » più di quanto non ne conceda fra « privato » e « pubblico », fra religiosità perso– nale e l'irreligiosità del «cittadino». Tanto peggio, allora, per i messaggi che vengono dall'infanzia: l'uomo sarà adulto; e la poesia - almeno come sorella della religio - destinata a scomparire ... Altrimenti - altrimenti bisognerà spiegar meglio « di che vivono gli uomini»; ossia dare un luogo filosofico all'irrazionale - alla «fede» - e insomma riscrivere e ripensare la critica marxista alla religione e alla alie– nazione. Lavoro cui da tempo si sono accinti alcuni nostri amici. Le pagine di P., belle per la loro asciutta passione, hanno accostata, da un'altra parte, la cittadella del problema. Ma il «mito» (ci viene implicitamente risposto dall'autore dei « Dia– loghi con Leucò ») non è mai una sola di quelle realtà. Nella notte della memoria si cela il medesimo segno ambiguo, la medesima polarità si tende, che avvertiamo sotto le emozioni e le decisioni del quotidiano. L'han saputo i mistici, che diffidavano delle visioni, perché omnia quae visibiliter fiunt possunt fieri per daemones. Gli « idoli velati» che abitano la memoria pos– son essere - sono - gli stimoli al rovello di una risoluzione e di una espressione, la spina nella carne di un positivo avanzamento e, a un tempo medesimo, il falso dio alimentato dalla parte migliore del nostro sangue, la consolazione illusoria, il compenso vile, volto all'indietro, ad un inesi– stente paradiso perduto. Il « razionalista» accomuna sotto un eguale segno negativo ogni esperienza di natura mistica; l' «irrazionalista» finisce con l'adorare come rivelazioni numrnose anche i trionfi satanici. Al di fuori di queste precisazioni, l'idea di « mito » è pericolosa perché polisensa e praticamente inutilizzabile. Affermare la realtà dell'intuizione mitica e d'altra parte affermare la realtà della interpretazione storico-scienti- BibliotecaGino Bianco

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