Cultura e realtà - anno I - n. 2 - luglio-agosto 1950

DISCUSSIONI 61 trastanti. Tutta la storia culturale degli ultimi secoli è un continuo altale– nare, sotto etichette svariate, tra queste due poetiche, ma per chi, volendo intendere ciò che è avvenuto, faccia appello prima di tutto alla determinante economico-sociale, la cosa non riesce un mistero. Si tratta del riflesso dram– matico di una lotta politica, dell'oscillazione tra i momenti involutivi, d'ar– resto ( = angelismo) e quelli progressivi, slanciati ( = realismo). E anche l'affrontarsi di queste due posizioni negli anni intorno alla recente guerra mondiale - l'inaridirsi {non nella sola Italia) dell'angelismo ermetico, e l'imporsi e diffondersi soprattutto in Italia del cosiddetto neo-realismo, sono a modo loro un riflesso delle lotte e delle trasformazioni politiche in corso. A questo problema basti aver accennato. Noi teniamo per ora a mettere in chiaro che il neo-realismo non tende, come qualcuno potrebbe temere, a limitare il campo del discorso poetico, giacché anzi orienta risolutamente la fantasia al panorama stÒrico universale e l'invita a compiacersi e saziarsi di questa multiforme realtà umana. Esso avverte unicamente il poeta che farà bene a serbarsi consapevole della corrispondenza formale che intercorre fra la struttura economica di un dato momento e tutte le sue manifestazioni spirituali. Così esposta, l'avvertenza neo-realista somiglia alla consapevolezza di una qualunque legge naturale (« gli uccelli sono ovipari») e di essa il poeta deve e può fare quel conto che fa delle léggi naturali - condizioni, non necessariamente temi del suo lavoro. . È chiaro che la nostra teoria del mito non pregiudica per nulla siffatta poetica: nessun tema umano è per principio precluso al neo realista, per quanto nell'impostazione della sua opera egli tenga un conto implicito della determinante economica (come del resto delle leggi naturali o psicologiche). Il mito che lo accende e spinge all'elaborazione fantastica è bensì, per defi– nizione, pre-storico, è un momento assoluto, ma, appena colto, si farà mo– mento spirituale, soggetto alle categorie e c~ndizioni della storia. Tuttavia, se è mito genuino, non potrà esser fiorito che sul terreno di tutta la cultura esistente, e quindi della più scientifica interpretazione della storia, altrimenti sarebbe pura superstizione, relitto arcaico, falso stupore davanti a un mi– stero posticcio. Si può tuttavia osservare che quando questa consapevolezza storica s1 faccia, da condizione della realtà, tema esclusivo di poesia, allora comin– cerà la stortura. Anche qui potrà venire il momento in cui questa poetica materializzerà le sue scoperte teoriche. Così è accaduto a suo tempo della poetica del verismo - ottocentesca formulazione del neo-realismo -, quan– do ciò ch'era in principio stupore divenne cliché. Ma allora si sarà entrati nella superstizione, e l'economicismo raggiungerà l'angelismo nel limbo BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy