Cultura e realtà - anno I - n. 2 - luglio-agosto 1950

60 DISCUSSIONI cetto, gravidi di quel particolare mito. La teoria stessa del mito c'impone di ammettere come legittima la scelta - che non è poi una scelta bensì una condizione di sincerità. Eppure tutti oggi sentiamo fastidio per la poesia « rarefatta », per i suoi generi ormai codificati - il poemetto in prosa, l'« occasione» ermetica, la prosa evocativa, il capitolo, la favola realistico-magica ecc. Essa ha domi– nato in Italia tra le due guerre, è stata - insieme alla prosa saggistico-iro– nica, ali'« elzeviro» - la voce genuina e schietta di quegli anni, in essa s'incarnò senza dubbio il mito allora più geloso e fertile di quella nostra cultura. Ma la scoperta e riduzione a discorso poetico di questo mito s'ac– compagnò con la sua tentata teorizzazione (in ciò appoggiandosi anche a precedenti e ricche esperienze straniere) e venne un momento che si mirò ali'« angelico» non più perché il mito dell'angelismo irrazionalmente ur– gesse, ma perché s'era razionalmente limitata l'essenza della poesia al solo angelismo o mitismo. Così muoiono tutte le poetiche quando materializ~ zano le loro scoperte teoriche - quando trasformano in tema esclusivo quella ch'era semplice presa di coscienza delle condizioni. Questo, chi ben guardi, accade quando la teoria del fatto estetico è in elaborazione, quando cioè un momento di questo fatto è già presentito nelle poetiche dei creator1 ma non ancora assunto o razionalizzato nella teoria. Sembra allora che il nuovo momento risolva in sé tutta l'attività poetica, e dietro l'esempio degli ispirati dal nuovo mito - creatori genuini - si muovono tutti gli epi– goni che macchinalmente hanno bisogno di ridurre a norma, a precetto, l'intuizione degli altri. Quanto all'angelismo mitico, a noi pare sia ormai venuta l'ora di riconoscerlo per quello che è: un'indebita confusione tra il momento meta– fisico, ineffabile, di tutta la vita spirituale incipiente, e la realtà della poesia, che è discorso umano spiegato, intorno alle cose umane. Il ~ito è ideal– mente precedente alla forma, se pure di tutte le forme sia l'anima; la poesia è forma fantastica della realtà. La poetica angelica, in forme e approssimazioni varie, cominciò a tenta– re gli spiriti due secoli fa, da quando la cultura laica scoperse oltre la ra– gione e l'esperimento altri mezzi di conoscenza - l'intuizione, la parteci– pazione mistica -, da quando cioè si parla di romanticismo. L'altra poe– tica - « ogni momento della vita storica è condizionato dalla situazione economica della società»: il cosiddetto <e neo-realismo» - risale anch'essa, per i suoi primi conati, allo stesso momento storico (la rivoluzione bor– ghese-industriale), e sarebbe interessante indagare il perché di questo fatale intrecciarsi genetico ed evolutivo di due poetiche così apparentemente con- BibliotecaGino Bianco

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