Cultura e realtà - anno I - n. 2 - luglio-agosto 1950

LAICISMO E AZIONE CATTOLICA IN ITALIA 43 integrismo della corrente « geddiana » dell'Azione Cattolica imboccò subito la prima strada, pur con le necessarie prudenze iniziali, sugge– rite dai tempi incandescenti. Ma quella prima corrente dell'Azione Cattolica che abbiamo descritto all'inizio, e che si era formata sulla base di un rinnovamento religioso profondo nel silenzio forzoso del ventennio fascista, non poteva che gettarsi di slancio nel tentativo del rinnovamento sociale e politico. Dal momento che le posizioni di par– tenza erano nuove e senza le deficienze ormai scontate di quelle del passato, non .c'è dubbio che, nell'assumersi il compito di rinnovare, e quindi in buona parte di respingere la società e la cultura del laicismo borghese, gli uomini di questa corrente potevano confidare di sfuggire definitivamente all'avventura delle conciliazioni moderniste e di rego– lare pertanto una buona volta i conti con l'integrismo. Il giusto rin– novamento della società e dello Stato e l'autonomia fra Chiesa e storia, fra Azione_ Cattolica e partito sembravano garantirne il trionfo. Il « dossettismo », espressione dell'ala avanzata dell'Azione Catto– lica, ebbe cosl la ventura storica di vivere e svilupparsi in un momento particolarmente felice, quando tutte le possibilità, anche le più ambi– ziose e sorprendenti, sembravano a portata di mano. Ma era destinato anche a sprecare queste possibilità. La deficienza di fondo della cul– tura cattolica, che abbiamo cercato di individuare nelle linee essenziali, lo condannava al fallimento. Sulla base di tale cultura infatti le due condizioni per la vittoria sull'integrismo non potevano essere raggiun– te. Il rinnovamento sociale restava un'aspirazione, e quando si tentava di concretarlo, si ricadeva nelle formule del Toniolo, insufficienti a di– stinguerlo dall'integrismo, o si finiva con l'accettare le formule del keynesimo che rimangono sempre capitalistico-borghesi, nonostante aperture e spunti di rinnovamento. E quanto all'autonomia e alla di– stinzione dello Stato dalla Chiesa e dall'Azione Cattolica, non senza conseguenze si può averne quella concezione che il Lazzati, uno dei migliori esponenti del « dossettismo », esprime in un suo saggio 5 , il quale contiene tuttavia quanto di meglio i « dossettiani » abbiano detto su questo problema decisivo dell'autonomia e della distinzione. Scrive infatti il Lazzati : « Fanno opera di apostolato coloro che costruiscono la polis? No, anche se nel disegnare e costruire la polis devono tenere conto delle 5 Azione Cattolica e azione politica, in « Cronache Sociali», n. 20, 1-15, no– vembre 1948. BibliotecaGino Bianco

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