Cultura e realtà - anno I - n. 2 - luglio-agosto 1950
• 36 NINO NOVACCO Qui invece importa sottolineare due punti essenziali. Innanzitutto la Chiesa cattolica non ha mai ·avuto a che fare con uno Stato quale è quello che si è cercato di definire come l'unico da essa accettabile. Per questo essa non solo ha sempre combattuto contro ogni forma di as– servìmento o di limitazione dei suoi poteri - si trattasse anche del giu– risdizionalismo piissimo dell'imperatore-sagrestano - ma ha usato poi della libertà per lottare contro lo Stato, ricadendo così nell'errore · di volerlo dominare, proprio mentre tentava di dar forma allo Stato per essa ideale. È questo appunto - di ricadere di continuo nelle più infelici contaminazioni - il dramma e la contraddizione dell'inte– grismo cattolico e della sua politica: mentre infatti esso cerca di dar vita a quello Stato che considera il più giusto, ne liquida alla radice l'autonomia e quindi la possibilità stessa di esistere come Stato. Ma risulta allora evidente anche il secondo punto che ci importava di sottolineare. Poiché la natura della Chiesa cattolica è quella descrit– ta, il laicismo è del tutto impotente a risolvere il problema dei rapporti tra essa e lo Stato. Anzi, dal momento che il laicismo non può non concedere alla Chiesa cattolica la più ampia libertà formale, mentre questa non può accettare né l'assetto sociale né la complessiva ideologia che di quello son propri, ne risulta che appunto il laicismo non solo provoca, ma anzi permette e favorisce l'integrismo. Il laicismo ha sempre oscillato fra un giurisdizionalismo timido e impotente e una tolleranza che celava assai male il desiderio di quei compromessi conservatori sempre possibili dato il viluppo dei vecchi interessi sociali e dei cristallizzati privilegi economici da cui è gravato l'integrismo cattolico. Quando l'assetto sociale e politico, quando il sistema economico e culturale posti in essere dal laicismo vengono minacciati da rivolgimenti rivoluzionari, l'ideologia laicistica è pronta sempre ad allearsi con chiunque, cedendo anche quanto c'è di più es– senziale all'autonomia e alla dignità dello Stato, pur di salvare il sal– vabile: specchio fedele anche in questo di quella borghesia sulle cui basi materiali è sorta e si è sviluppata, e che fu sempre pronta ad ac– cordarsi con i suoi vecchi avversari per respingere l'avvenire. Non è un caso infatti che in questo numero de « Il Ponte», il Rovero 8 - un rappresentante del pensiero laico che è in verità di origini cattoliche proponga che lo Stato e le stesse organizzazioni politiche rinunzino ad avere una loro ideologia, una loro concezione generale dell'uomo, della 3 li problema politico dei cattolici, pag. 585. BibliotecaGino Bianco
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