Cultura e realtà - anno I - n. 2 - luglio-agosto 1950
LAICISMO E AZIONE CATTOLICA IN ITALIA 33 dei rapporti fra Chiesa cattolica e Stato che attraversa, sempre decisiva e sempre irrisolta, i secoli della storia sino ad oggi. Ne è una prova la povera cronaca quotidiana del nostro Paese: entrambe le parti preferiscono ormai battagliare fiaccamente solo sulla stampa, vivendo in pratica di compromessi sempre più sfilacciati, cor– ruttori, in modo sottile, della Chiesa come dello Stato. Altra cosa non è infatti l'esperimento democristiano. Le due facce di questo etero– geneo partito vengono praticamente sfruttate, giorno per giorno, dal– l'integrismo « geddiano » dell'Azione Cattolica e dal democraticismo 1aicistico, in una battaglia metodica a colpi di posizioni chiave, con una « politica del carciofo» che non può né potrà mai avere, in modo definitivo, né vincitori né vinti. Proprio da questa battaglia anzi, e dal fatto che i due contendenti tradizionali del Risorgimento non solo non possono, come non poterono, eliminarsi a vicenda, ma non possono neanche porre più a viso aperto la loro candidatura al dominio dello Stato, nasce la possibilità della mediazione all'infinito, e quindi la per– manenza al governo del partito democristiano (e in particolare della vecchia direzione liberal-popolare, di origine e mentalità scetticamente o passivamente modernista). Ma le conseguenze di questa infelice situazione sono evidenti. L'integrismo cattolico, adattandosi al compromesso democristiano, cor– rompe e corrode l'autonomia dello Stato, coinvolgendovi la Chiesa che pur vorrebbe difendere e mantenere autonoma, e che sicuramente si ,compiace di considerare superiore e intangibile ai vizi del contingente. Analogamente, il laicismo tradizionale si adatta all'equivoco democri– s~iano perché con esso la Chiesa finisce per accettare almeno in parte il terreno del liberalismo; il laicismo conclude pertanto la sua para– bola col ribadire e coonestare la parziale disintegrazione dello Stato operata dall'integrismo cattolico. Da ambedue le parti, poi, quasi si avesse una coscienza intermittente della confusione in cui ci si dibatte, quando l'avversario segna un punto al suo attivo ci si richiama ai prin– cipi, e si accentua il proprio rispettivo rigorismo. Intervengono allora gli Alessandrini e i Missiroli e tutto si riplaca nell'insuperabile com– promesso vigente. Questa è dunque la situazione di fatto nella quale è sboccata la lunga lotta iniziata in Italia col Risorgimento. Una simile critica pra• tica basterebbe da sola a convincere della validità della nostra asser• zione iniziale: che cioè la cultura tradizionale del laicismo e del mon• do cattolico appare insufficiente a risolvere la questione dei rapporti BibliotecaGino Bianco •
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