Cultura e realtà - anno I - n. 2 - luglio-agosto 1950
28 FELICE BALBO composizioni eclettiche (il caso più generalizzato nella « filosofia acca– demica»). Tanto sembra legata (ed è, nel sistema crociano) la verità dell'Estetica con la Filosofia dello Spirito e quindi con lo storicismo idealistico. Sembra, per esempio, che ciò che garantisce la creatività, la formalità e il valore conoscitivo dell'arte sia la riduzione semplice (con– vertibile simpliciter) di intuizione, espressione e fantasia. Così è nel sistema crociano e lo è, in esso, necessariamente. Ciò che rende la que– stione difficile e le dà addirittura una apparenza dilemmatica è che per risolvere il dilemma (apparente in sé ma reale per riferimento al sistema crociano) si deve in primo luogo criticare qualcosa di molto distante dal problema che si ha sott'occhi (i problemi dell'arte), si deve arrivare cioè a criticare la radice formale dello storicismo crociano e quindi anzi di ogni storicismo. E questo ancora non basta perché una critica compiuta, sufficiente, della radice formale dello storicismo implica e presuppone un critica del razionalismo. Infatti, a ben guardare, solo quando si sarà compres~ che ogni razionalismo si fonda sulla conversione semplice di logico e di ontolo– gico e quindi di forma e formula del discorso dimostrativo 6 e che ogni storicismo (specie del genere razionalismo) si fonda sulla conversione semplice di logico, ontologico e fenomenico e quindi sulla conversione semplice non solo di forma e formula del discorso dimostrativo, ma anche di discorso dimostrativo e discorso espressivo, e si sa,rà criticato e risolto l'essenziale di tale nesso di problemi, si potrà comprendere come non sia necessaria la conversione semplice di intuizione, espres– sione e fantasia per garantire la formalità, la creatività e il carattere conoscitivo dell'arte. Anche prima di aver raggiunto una cnt1ca posi– tiva e dimostrata di tali « conversioni semplici » si può dire che certa– mente, quando si siano raggiunte, la discussione, il dialogo, la nuova ricerca e lo sviluppo del filosofare non possono non riprendere, almeno in via di principio. (A questo punto debbo arrestare lo sviluppo di questo tema perché la sua continuazione mi condurrebbe necessaria– mente a porre un problema che aprirebbe un'altra ricerca. Il problema ovviamente è quello di sapere quale può essere la posizione filosofica che in via di principio e con piena conseguenza può distinguere tra ,, conversione semplice» e « conversione relativa» 7 • Qui può essere in- 6 Vedi a questo proposito, il mio scritto Filosofia dopo Marx significa uscita dal ra– zionalismo in « Rivista di Filosofia», 1950, 1. 7 Nei due miei scritti già citati ho cercato di dare una linea di risoluzione a tale quesito. BibliotecaGino Bianco
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