Cultura e realtà - anno I - n. 2 - luglio-agosto 1950
(( DITTATURA CROCIANA)) O PROBLEMA DELLO STORICISMO? 25 della filosofia 4 e non può non condurre quindi chi è preso entro il rigore della sua necessità logic_aalla impossibilità di riprendere la ri– cerca filosofica (e cioè il processo dell'astrazione filosofica o ritrova– mento della ragion formale del sistema, come si vedrà in seguito). Se ciò è vero si sarebbe evidentemente trovata la ragione intrinseca di ciò che si chiama « dittatura crociana ». Poiché tutte le verità (parziali ma comunque verità) incluse entro lo storicismo spiegherebbero a suffi– cienza: in quanto verità il non poter mai essere completamente e ra– gionevolmente abbandonate e in quanto verità ridotte entro lo storici– smo, il non poter essere comprese fino in fondo, liberate dai loro limiti <:: sviluppate, per la radi-cale impossibilità dello storicismo a riprendere comunque la ricerca filosofica. Vediamo. Va da sé che il nesso di proposizioni che fonda ogni storicismo è , un nesso logico eminentemente filosofico ossia è un nesso di proposi- zioni di valore universale e a cui si dà di fatto valore universale. E allora va anche da sé che proprio il fatto di ritenere come asso– luto lo storicismo rende, all'interno di esso, intangibile e irripensa– bile il nesso di proposizioni che l'ha fondato. Ciò risulterà più evi– dente anzitutto riducendo il nesso (diverso a seconda del tipo di sto– ricismo) ad una sola proposizione comune ad ogni storicismo. Si può dire che la proposizione che fonda lo storicismo in genere è questa: '< la verità ossia la realtà non è che storia ». In tale proposizione è indubbiamente contenuta in nuce la ragion formale dello storicismo e quindi all'interno dello storicismo non si può pensare nulla, rigorosamente, se non entro la comprensione di quella proposizione. Da ciò si ha che lo storicismo deve soggiacere alla inderogabile necessità di pensare se stesso in modo diverso dal modo con cui si è fondato. Altrimenti dovrebbe storicizzare la propo– sizione che lo fonda e quindi dissolversi. Nell'attimo stesso infatti in cui il filosofante pensi lo storicismo in senso filosofico rigoroso dovrebbe rompere il principio che lo fonda e quindi, direttamente, o indirettamente confutare lo storicismo come tale. Ossia implicherebbe, ragionando, una diversa filosofia. Dunque nella misura in cui rigorosamente si voglia rimanere al- 4 Il mio proposito è di mettere in luce la necessità ontologica o di principio di tale « conclusione » e « fine ». Di fatto sia Croce sia Hegel sia Marx così concludono. BibliotecaGino Bianco •
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