Cultura e realtà - anno I - n. 2 - luglio-agosto 1950

' ' POESIA E LIBERTA 19 riduzione di ciò ch'era unico e ineffabile alla normale misura umana. L'estasi o groviglio in cui s'affiggono i suoi sguardi dev'esser tutta contenuta nel suo cuore, e filtratavi con impercettibile processo che ri– salga per lo meno alla sua adolescenza, come nel lento agglomerarsi di sali e di succhi da cui dicono che nascano i tartufi. Nulla di preesi– stente, nessun'autorità esteriore, pratica, può quindi aiutarlo o guidarlo nella scoperta della nuova terra. Questa è ormai cosa tanto a lui carnal– mente interiore quanto il feto nell'utero. Se egli sta veramente riducen– do a chiarezza un nuovo tema, un nuovo mondo (e poeta. è soltanto. chi faccia questo), per definizione nessun altro può essere a giorno di questo tema, di questo mondo in gestazione, se non lui che ne è l'arbi– tro. Inevitabilmente i consigli e i richiami che gli giungeranno dal- 1' esterno, usciranno da un'esperienza già scontata, rifletteranno una tematica e un gusto già esistenti, cioè insisteranno perché il poeta sfrutti un paese già noto, finga a se stesso di non sapere quel che già sa. A farla breve, gli interventi dottrinali, pratici - sia pure espressi da un con– sesso dei più competenti colleghi, dei meglio intenzionati lettori o dei padri più reveren°di ~ non possono tendere ad altro che a respingere il poeta nella letteratura, a impedirgli di svolgere il suo compito speci– fico di conquistatore di terra incognita. La costrizione ideologica eser– citata sull'atto della poesia trasforma senz'altro i leopardi e le aquile in agnelli e tacchini. Detto altrimenti, instaura l'Arcadia. Qui si vede l'importanza della cultura del poeta, quell'imperativo per cui nella sua vita quotidiana egli deve tendere a farsi il più colto dei contemporanei. Se il poeta veramente ricerca chiarezza e attende a , esorcizzare i suoi miti trasformandoli in figure, non va taciuto ch'egli potrà dire d'avercela fatta soltanto quando questa chiarezza sarà tale per tutti, sarà cioè un bene comune in cui la generale cultura del suo tempo potrà riconoscersi. E che altro vuol dir · questo se non che lo stile, il tono, il paese da lui scoperti s'inseriranno naturalmente nello storico panorama della sua generazione e contribuiranno a comporne il nuovo orizzonte, la consapevolezza, frutto come sono di un autentico stupore che soltanto i più progrediti e spregiudicati mezzi d'indagine hanno potuto risolvere in umano discorso? Ma, si badi, un autentico stu– pore vuol dire uno stupore autentico, cioè non mentito, cioè quel residuo irrazionale che resta tale alla luce della più scientifica teoria dell'epoca. Prima d'essere poeti siamo uomini, cioè coscienze che hanno il dovere di darsi, mettendosi alla scuola sociale dell'esperienza, la massima con– sapev"olezza possibile. Invece, tutti quei consigli, quegli ammonimenti BibliotecaGino Bianco

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