Cultura e realtà - anno I - n. 2 - luglio-agosto 1950
L 1 ARTE DI MATURARE 15 • tura perché a quel tempo l'unica cultura esistente era la loro, e perciò senza accorgersi del sopravvenuto inaridimento andavano cincischiando vuote formule e convenzioni, e in sostanza vivevano convinte di svol– gere un compito essenziale, mentre tutt'al più si scaldavano ai raggi .di una nuova e straniera cultura. (Beninteso, ciò facendo contribuivano allo sviluppo di questa, e insomma si giustificavano). Ma adesso che ci rendiamo conto della contemporanea molteplicità delle culture, con ciò stesso possiamo dissociare la nostra vita spirituale dalla decadenza della singola cultura toccataci. Il semplice fatto che ne possiamo mettere a confronto e far parlare almeno due - l'americana e la romantico-euro– pea - chiarisce che siamo relativan1ente liberi di fronte a entrambe e che insomma stiamo la'vorando a costruirne una comprensiva, più com– plessa, di cui le due in questione non saranno che componenti provin– ciali. Esiste beninteso qualcosa come la localizzazione di una cultura. Noi diciamo greca, ma dovremmo dire ateniese; toscana, ma dovremmo dir~ fiorentina; inglese, ma dovremmo dire londinese. Si potrebbe continua– re: ateniese, fiorentina, londinese, non bastano; ci sarà stato nelle città un focolaio, un quartiere, un rione più favorito di un altro. Così s'in– tende come nel panorama occidentale la coionia anglosassone d'America sia stata, per complesse ragioni sociali, la favorita dell'ultimo secolo. Dicendo favorita vogliamo dire che ha parlato per tutti, anche per noi, ché non si ritorni al nazionalistico rifiuto di una cultura in fiore, per il trito e bestiale motivo che noi ne abbiamo un'altra, sia pure rimbam– bita e decrepita. Nostra individuale cultura è ormai, da più di un secolo,. la più viva d'occidente - per ordine, la francese, la tedesca, la russa e· l'americana - così come la cultura di Corinto fu via via quella jonica, la beotica e poi l'ateniese. I simboli, creati da una cultura con sforzi individuali, diventano operanti e fanno maturità quando assurgano a simboli collettivi - il passaggio da una cultura a un'altra più complessa. è come il passaggio dalla mitologia di un creatore singolo a una mit0- logia collettiva. Se lo sforzo benemerito di un singolo uomo o di una singola città non deve servire a tutti i volonterosi, non si capisce a chi deva servire. Ci sono culture che vegetano a un gradino inferiore della storia - per esse il problema di maturare, di assurgere a quel virile tra- . gico istante che è l'equilibrio dell'individuale e del collettivo, è lo stesso che per l'anarchico ribelle in calzoni corti il problema di crescere tra– gico eroe, consapevole della storia. BibliotecaGino Bianco
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