Cultura e realtà - anno I - n. 2 - luglio-agosto 1950
14 CESARE PAVESE (siamo nipoti dell'illuminismo). Definire la struttura viva non è facile: incontro d'intuizione e di schemi, confluenza di miti individuali e col– lettivi, fw1zionalità del gratuito, stilizzazione del dialetto - si può con– tinuare. Ma c'è un esempio che per la sua esoticità e relativa contem– poranea vicinanza si fa più agevolmente comprendere: l'arte poetica e narrativa nord americana. A prima vista, in questa manca ogni strut– tura, regna l'impulso naturale, la libertà dalla tradizione. Scrittori come Melville, Whitman, Twain, Dreiser, Anderson, Stein, Faulkner e anche Wolfe, sono sensibilità nude e primordiali - quasi adolescenze - sca– tenate tra le cose; e insieme il loro storicistico programma di costruire l'arte democratica, l'arte nuova dell'epoca, richiama il volontarismo vel– leitario di tutti i futuristi. Eppure non sappiamo quale altra cultura contemporanea abbia creato un paragonabile mondo mitico - indivi– duale e collettivo -, fatto di un dialetto linguaggio, fornito, stilizzando l'irrazionale, una più larga messe di simboli che la cultura poetica ame– ricana. In essa è diventata scrittura viva, maturità virile, struttura, ciò che in altre culture più sapute rimane documento, travaglio, letteratura. Perfino i bambini (di Twain e di Anderson) rimangono in essa bambini, cioè non aduggiano troppo con le pur necessarie irresponsabili scoperte (l'odore di piscio e il sapor delle lacrime) la statura e l'azione dei grandi. Un aspetto che salta agli occhi in quest'arte americana è il suo in– temperante autobiografismo, il franco carattere di trascrizione diretta di un'esperienza storica in discorso chiarificatore. Sono autentiche « storie di un'anima» - e di un corpo -, memorie, per cui il reale non è un dato ma una scoperta inesausta. Ma qui appunto è il segreto della loro eccellenza: mentre per la nostra arte europea la maturità è solitamente un adeguarsi al tradizionale-collettivo, un riconoscere i limiti e le norme della storica classicità preesistente, e quindi le mitologie individuali non hanno sinora nei casi di punta potuto rivelarsi che celebrando l'anarchia infantile, per gli Americani anche l'età matura - il regno della storia e del conformismo - ha sinora presentato un irrazionale da risolvere in chiarezza simbolica, una selva da ridurre a coltura, e il loro futuri– stico sforzo ha trovato un suggello di utilità collettiva. Quest'esempio del secolo americano, a cui si potrebbe aggiungere il rnsso, ha già portato alla disperazione parecchi, in quanto pare uscirne una generale condanna d'ogni sforzo di chi non appartenga a quella cultura. Ma con questo timore noi proiettiamo una posizione passata su una realtà presente. Un tempo le generazioni sopravvivevano alla cul- BibliotecaGino Bianco
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