Cultura e realtà - anno I - n. 2 - luglio-agosto 1950
DOCUMENTI 105 riale e dall'aumento della popolazione. Poiché la nostra economia è legata ad un alto livello di investimenti netti, e ciò a causa di un comportamento del consumo rispetto al reddito che è profondamente radicato nel sistema, noi saremo costretti a ricercare la piena occupazione delle nostre risorse nella deliberata iniezione nel sistema di nuovi stimoli all'investimento. Poiché, nella nostra società altamente dinamica, abbiamo sviluppato delle istituzioni e delle abitudini, ormai saldamente radicate, le quali in– fluiscono stabilmente sull'elasticità della funzione del risparmio, noi non possiamo fare affidamento, per raggiungere la piena occupazione una volta che gli stimoli all'espansione estensiva siano_in buona parte venuti meno, su degli autonomi aumenti del consumo. Il consumo volontario individuale può fornire la piena occùpazione solo in un'economia « stazionaria » nella quale non vi sia né investimento netto né risparmio netto. Il consumo volontario individuale non può raggiungere dei livelli mag– giori se non sotto l'influenza di un precedente processo di investimento. E sotto l'influenza dei soli investimenti di carattere intensivo, esso non crescerà abbastanza da darci la piena occupazione. È necessario trovare il modo di aumentare il consumo indipendentemente dall'investimento auto– nomo. È possibile trovare questo modo attraverso la via della spesa pub– blica. Nel passato le spese pubbliche venivano effettuate principalmente per la guerra e la difesa, e attualmente noi siamo testimoni del verificarsi di spese di questo tipo su scala mai prima sperimentata. Ma possiamo sperare che nel futuro le spese dirette al benessere pubblico rimpiazzino le spese di guerra. La guerra, malgrado tutti i mali che porta con sé, ha giuo– cato una funzione dinamica nella storia del moderno capitalismo. Lé spese per la realizzazione di progetti diretti al pubblico benessere potrebbero giuo– care un ruolo altrettanto dinamico. E c'è ragione di sperare che spese di quest'ultimo tipo possano essere amministrate in modo da eliminare i disa– strosi sviluppi inflazionistici che sogliono accompagnare le spese di guerra. Queste ultime non possono essere diminuite quando la piena occupazione sia raggiunta. Inoltre, la particolare situazione nazionale che le provoca è di tale gravità che qualsiasi altra considerazione viene sacrificata allo scopo fondamentale della sicurezza nazionale. Ma un programma di spese per il benessere pubblico ha come scopo non soltanto la piena occupazione, ma anche la sicurezza e la stabilità della struttura sociale. È perciò ragionevole sperare che esso possa servire non soltanto come sorgente di espansione, ma anche come volano regolatore delle fluttuazioni del saggio degli investi– menti privati. Biblioteca Gino Bianco
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