Cultura e realtà - anno I - n. 2 - luglio-agosto 1950
102 DOCUMENTI un sistema « stazionario ». Ciò è conseguenza del fatto che il progresso economico, con le sue inerenti fluttuazioni del reddito e dell'occupazione, ha creato una serie di istituzioni che non possono essere facilmente alte– rate e che non permettono un facile ritorno alla situazione statica di una economia « stazionaria ». Il sistema economico non può passare automati– camente e rapidamente da una situazione di espansione dinamica a quella di una società di pieno consumo (full consumption society), nella quale il consumo sia eguale al reddito e la disoccupazione trascurabile. L'adatta– mento del sistema dei prezzi ai requisisti di un'economia sottoposta a ra– pida crescita e a vaste fluttuazioni ha fatto sì che il consumo e il rispar– mio si svolgessero al di fuori del modello tipico dell'equilibrio stazionario. Le strutture istituzionali sono quindi divenute tali da poter produrre piena occupazione soltanto ad un alto livello di investimenti. Il consumo e l'investimento netto. Nell'economia «stazionaria» l'investimento destinato a rimpiazzare il capitale è determinato dal livello del consumo. Ma in un'economia in espan– sione, dinamica, l'investimento netto è essenzialmente spontaneo e indipen– dente dal volume corrente del consumo. Anzi buona parte del consumo aumenta o diminuisce in funzione delle fluttuazioni del saggio di investi– mento. La differenza essenziale tra il tipo di analisi delle crisi economiche rap– presentato da Malthus, Sismondi e Hobson, da un lato, e quello rappre– sentato da Spiethoff, Casse!, Robertson e Schumpeter, dall'altro, deve es– sere ricercato nel modo in cui queste due scuole considerano il rapporto tra il consumo e il risparmio netto. Malthus e i suoi seguaci pensavano che ci fosse,_inerente al sistema, un giusto rapporto tra il risparmio totale netto e il consumo. Così Oscar Lange sostiene che Malthus aveva trovato l'esatta soluzione di questo problema. Secondo Lange: « Se la gente spen– desse il proprio intero reddito in consumo, l'investimento sarebbe ovvia– mente nullo, mentre la domanda per investimento sarebbe nulla anche nel caso in cui la gente non consumasse niente. Perciò il buon senso suggerisce che tra questi due estremi vi deve essere un punto ottimo nel quale la propensione al risparmio sia tale da massimizzare l'investimento» 2 • 2 O. LANGE, « The Rate of Interest and the Optimum Propensity to Consume », Economica, Febbraio 1938. BibliotecaGino Bianco
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