Cultura e realtà - anno I - n. 1 - maggio-giugno 1950
NOTE 97 giore della sua posizione era appunto in questo: nel riconoscere che nessuna alleanza di forze, nemmeno sul piano politico, è ormai più possibile, se non mediata da uno sviluppo teoretico e ideologico, da un dialogo in cui non si tendano solo delle mani ma anche dei cervelli. Mounier è morto senza aver compiuto questo salto: dalla critica alla decisione, dalla testimonianza all'atto. E perciò questa è la consegna che resta a chiunque, fuori e dentro la sua rivista, voglia accogliere le sue istan– ze essenziali, e dunque utilizzare, finalmente, la sua esperienza: uscire dal piano dell'indagine e della verifica delle situazioni esistenti, passare su quello della fabbricazione di nuovi arnesi di conoscenza, e perciò di azione. Ché la sua esperienza, proprio perché condotta con così lucida lealtà, è ~rmai veramente compiuta, bruciata, non più proseguibile come tale. Bi– sogna ormai voltare la pagina. ECONOMIA E UMANESIMO: KEYNES E MARIT AIN Gli anni 1935 e 1936 - visti ormai in prospettiva - appaiono come gli anni del dispiegamento della crisi. Sono gli anni in cui la forza laten~e di disgregazione erompe manifesta e i focolai di crisi dilagano e si ri– congiungono. Fino al 1928-29 le depressioni economiche erano apparse parziali, « ci– cliche », « di assestamento ». Così pure i presentimenti e avvertimenti di crisi che venivano da certe manifestazioni artistiche (ricordiamo l'espres– sionismo, il dadaismo) potevano ancora apparire bizzarrie. E, ancora, po– tevano presentarsi come semplici intemperanze ed eccentricità quelli che invece erano profondi mutamenti di costume. Le stesse crisi politiche, come quella dell'avvento del fascismo in Italia, potevano apparire alla cosiddetta opinione pubblica come fenomeni isolati e riassorbibili: non ancora crisi di sistema. La Rivoluzione Sovietica, salvo che per il grosso del mondo operaio, era una grande incognita, tenuta isolata dal « cordone sanitario ». La crisi 1929-33, scoppiata repentinamente, estesasi a tutti i paesi e a tutti gli strati e categorie sociali, penetrata nel profondo dell'organismo pro– duttivo e di mercato di ogni nazione, segnò il periodo dello sbigottimento e della prima generale presa di coscienza. Gli anni che seguirono furono gli anni in cui la consapevolezza si fece più piena. Il mondo operò le scelte politiche, in connessione alle quali si vennero modificando e adattando le ideologie. Il periodo 1935-36si presenta come il periodo in cui il dividersi e lo Biblioteca Gino Bianco
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