Cultura e realtà - anno I - n. 1 - maggio-giugno 1950
L 1 AMMALATO PER CONTRATTO DI LAVORO 89 e venendo a essere operante anche da meno tempo, in questi primi anni si accumulano denunce corrispondenti a parecchi anni di attesa. Ma il medico trova un'altra difficoltà: il numero degli indennizzati avrebbe un qualche significato per lui, solo se messo in rapporto col numero degli esposti al pericolo, cioè degli assicurati, distinti per tipo di lavoro. È inammissibile che un ente assicuratore non disponga di questi dati, che dovrebbero costituire la base principale per il calcolo del ri– schio e quindi dei premi di assicurazione. Consideriamo poi che questi sono pagati dal datore di lavoro e dall'operaio. La stessa macchina assi– curativa dovrebbe essere in grado di sgravare l'onere del premio in funzione dei progressi della prevenzione, non solo pe~ché questo po– trebbe rappresentare un impulso a migliorare la prevenzione, ma anche perché qualora (per ipotesi) la prevenzione venisse spinta senza limiti di spesa fino a risultati tangibili, non dovrebbe avvenire che la dimi– nuzione del rischio potesse dar luogo a un incremento di beneficio per l'ente «nazionale» assicuratore, a spese del datore di lavoro e dell'ope– raio, cioè del costo di produzione. Ma anche qualora si riuscisse a sanare questo difetto, e si ottenesse, per esempio, che gli utili dell'istituto nazionale assicuratore (premesso che tutto funzioni egregiamente, senza diagnosi mancate, senza eva– sioni, senza dispersioni e con minuziose relazioni che denuncino esat– tamente i rischi) andassero ad alimentare la prevenzione e non, per es., ad acquistare immobili, il medico premuroso della salute dell'uomo sente ancora che 'qualche cosa nel sistema non va. L'indennizzo obbligatorio è una grande conquista, ma il medico non può non considerare il suo aspetto di puro ripiego di fronte al fallimento della terapia e della prevenzione. L'applicazione del criterio dell'indennizzo, economicamente parlan– do, ogni volta che esso si presenti, come quasi sempre avviene, vantag– gioso per l'impresa in confronto con le spese di una efficace preven– zione, naturalmente svuota l'esigenza della prevenzione, se mai essa vi è stata. Nei limiti dell'attuale diritto, che direttamente o indirettamente ga– rantisce la persistenza del regime capitalistico, l'espediente dell'inden– nizzo è teoricamente perfetto. Esso, qualora sia adeguato, è il com– penso dèl danno alla macchina, pagato al proprietario della macchina; ma con ciò viene tagliata fuori questa considerazione, che se di fronte all'amministrazione dei beni dell'impresa l'operaio è una macchina so- BibliotecaGino Bianco
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