Cultura e realtà - anno I - n. 1 - maggio-giugno 1950

60 FEDELE D'AMICO diatonica di Stravinskij il ritrovamento d'un equilibrio umano, la ri– presa di valori fondamentali che alcuni pretendono, eccetera, oppure una forma di nostalgia, una fuga verso il passato che nasce dall'im– possibilità di trovare nel proprio tempo qualcosa di collettivamente va– lido, e perciò esprime una disintegrazione del costume? È l'atonalità una diana verso l'avvenire, o la macabra constatazione d'un decesso? È la rinuncia al discorso organico dei « classici » la vittoria sulla retorica di miti scaduti, oppure l'unico rifugio formale in cui sia possibile espri– mere una disperata ricerca del tempo perduto, caricando il frammento di allucinanti suggestioni ricavate dalle macerie di vecchi linguaggi? Queste sono le questioni essenziali, le sole capaci d'instaurare un dialogo, d'impostare una discussione, di avviare un giudizio. Fuori di queste, nessuno avrà armi valide per rimproverare ai Furtwangler la loro estraneità alla storia di mezzo secolo; e d'altro canto, all'•:mimismo degli Strobel nessuno potrà obbiettare alcunché. Per uscire dall'impasse, e mordere la realtà d'un dialogo, bisogna decidersi a trasferirsi su un terreno nuovo. FEDELE D'AMICO BibliotecaGino Bianco

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