Cultura e realtà - anno I - n. 1 - maggio-giugno 1950
• 16 MARIO MOTTA camente è nato; e non solo sul terreno della cntica al marxismo ma anche e in primo luogo sul terreno marxista medesimo. III. Ci si è veduti ponendo pressappoco queste domande: se veramente la realtà culturale è riducibile a realtà politica; e, posto che lo sia, se lo è senza residui; e inoltre se, con o senza residui, lo è in tutte le sue manifestazioni; ecc. ecc. Domande tutte riassumibili, a rigore, in una: dato che il marxismo riduce la realtà culturale a realtà politica, che senso dare a questa riduzione? La critica classica ha di norma risposto a tali interrogativi solo di scorcio, in modo spesso indiretto e quindi ambiguo. Comunque è giunta sempre nella migliore ipotesi a limitare, e, nell'ipotesi peggiore e più solita, a negare radicalmente ogni valore al concetto di ideologia. Non importa qui dettagliare i termini precisi in cui questo giudizio si è di volta in volta manifestato, importa piuttosto sottolineare come riesce sempre più difficile, col passare del tempo, dichiararsi tranquillamente paghi della sua negatività. È pur vero infatti che cercare nei «filosofi» « tendenze pratiche » ed « effetti sociali e di classe » significa cercare in essi « proprio ciò che non è filosofico »; ma ormai pochi son disposti a concluderne che quelle tendenze e quegli effetti, nei «filosofi))' non esi– stono, e che non sia molto importante rilevarli. E anzi bisogna dire che l'avere scorto, per riprendere -le parole di Croce, « nel materialismo del secolo decimottavo la vita francese di allora, volta tutta all'immediato presente, al comodo e all'utile; nello Hegel lo Stato prussiano; nel Feuerbach gli ideali della vita moderna, ai quali ·1a società germanica non si era ancora innalzata; nello Stirner l'anima dei merciai; nello Schopenhauer quella dei piccoli borghesi, e via discorrendo» 4; l'avere scorto tutto questo e, specialmente, l'aver mostrato possibile scorgerlo, si va rivelando sempre più chiaramente come un fatto prezioso e ·ormai ineliminabile dal patrimonio culturale dell'umanità. Ma, d'altra parte, bisogna dire anche questo, che neppure un fatto simile basta da solo a liquidare le obiezioni dei critici. Se la negazione semplice del valore del concetto di ideologia, insomma, risulta oggi più . 4 Sempre da GRAMSCI, Mat. star., c1t. BibliotecaGino Bianco
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