Cultura e realtà - anno I - n. 1 - maggio-giugno 1950

104 NOTE Keynes si può dire abbia offerto uno sforzo di soluzione caratteristico dell'umanesimo antropocentrico: opera di carattere scientifico, ma con un residuo essenziale di empirismo, per non avere approfondito fino ai principii 1 caratteri della crisi. Maritain ha prospettato una soluzione di carattere filosofico, tutta rivolta a1 principi, che egli ha definito dell'umanesimo rovesciato, teocentrico. La sua formula però non si è realizzata se non come oscillazione fra l'umane– simo antropocentrico e la teocrazia. Il nesso, il rapporto nel quale trovino distinzione e coesistenza organica il divino e l'umano, lo spirituale e il temporale, non è stato trovato. Keynes e Maritain si trovano trasformati da pretendenti risolutori della crisi in ideologi della crisi. La zona poi del loro più specifico incontro è quella delle soluzioni di compromesso, di mediazione, di terza via. G. Ceriani Sebregondi LA DEBOLEZZA IDEOLOGICA AMERICANA È un fatto che i mezzi educativi adoperati dagli americani nelle zone da loro occupate e in genere in tutte le regioni dove essi esercitano la loro influenza di potenza dominante non sono riusciti a produrre un « primato » civile e morale sulle nazioni subordinate. Si dà forse il primo caso nella storia di una nazione la cui posizione economico-politica non corrisponde alla posizione ideologica che essa proporzionalmente dovrebbe avere: « l'in– tensità - per dirla con le parole di Gramsci - della funzione egemonica del gruppo sociale dirigente » è molto bassa, comunque insufficiente a organiz– zare un mercato politico e culturale mondiale. Il bisogno preminente della grande potenza di esercitare anche una funzione di primato civile e morale in tutta la sfera dove giunge la sua forza economica, e nello stesso tempo il sentimento preciso che, per la debolezza intellettuale-morale, questo bisogno non viene soddisfatto, potreb– bero spiegare la tendenza fondamentale della condotta politica americana ad accentuare, quasi per compenso a questa insufficienza, e l'aspetto strate– gico-militare e l'aspetto comunque organizzativistico della sua azione. So– pratutto in quest'ultimo fatto, in questa organizzatività fine a se stessa, in questa fiducia empirica nella capacità delle cose di crescere e svilupparsi solo per pura forza organizzativa, più che nella abusata accusa di materialità BibliotecaGino Bianco

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