Cultura e realtà - anno I - n. 1 - maggio-giugno 1950
NOTE 101 vato, o presentato per il verso giusto, la chiave per risolverlo: almeno così si può dire, giudicando dai risultati e dai modi in cui è venuto a mani– festarsi il movimento dell'umanesimo « capovolto >> o « integrale », come sviluppo ideologico e pratico delle enunciazioni di Maritain. Sembra di poter dire che l'umanesimo maritainiano abbia fondamen– talmente confuso l'enunciazione del problema con la sua soluzione: la distin– zione fra etica e scienza, fra temporale e spirituale sembra gli si sia presen– tata insieme, o alternativamente, come il problema da risolvere nel compor– tamento del cattolico e come la soluzione del problema di tale comporta– mento. La soluzione avrebbe dovuto consistere nel ritrovamento di un nesso organico tra temporale e spirituale. Mancata l'individuazione di tale nesso le correnti di pensiero dell'umanesimo maritainiano non hanno potuto sot– trarsi all'alternativa di due false soluzioni: da un lato lasciar sussistere lo sdoppiamento - e l'accostamento eclettico che ne consegue - dei termini, spirituale e temporale, fra i quali si sarebbe dovuto istituire il rapporto; d'altro lato negare uno dei termini del rapporto (la scienza, il temporale, s'intende). Avviene però che in ogni caso sono ambedue i termini a soffrir– ne: il problema non è risolto, il rapporto non è costituito, la crisi procede, come frattura, o come confusione. --« Il mondo uscito dal Rinascimento e dalla Riforma - sono parole di Maritain - è sconvolto, dopo quest'epoca, da energie spirituali potenti e, in verità, mostruose, nelle quali l'errore e la verità si mescolano strettamente e si nutrono l'uno dell'altra, verità che mentiscono e "menzogne che dicono la verità". È compito di chi ama la saggezza il tentare di purificare siffatte produzioni anormali e omicide e salvare la verità che queste fanno delirare». Di fronte alla confusione, si è affermata la necessità di riconoscere la distinzione. Ma, la mancanza, fra gli strumenti concettuali correnti, di un criterio secondo il quale ritrovare il nesso organico fra i distinti, ha reso impotenti di fronte all'inevìtabile tramutarsi della distinzione in frattura; e, di fronte alla frattura, non è rimasto che ritornare alla confusione, come si è detto, per negazione e riassorbimento di uno dei distinti, o per composi– zione eclettica. L'esperto di politica potrebbe probabilmente rintracciare questa oscil- · lazione, o simbiosi, tra frattura e confusione come una delle caratteristiche tipiche delle organizzazioni democratico-cristiane e della loro condotta poli– tica (ad es. dall'irriducibile e pregiudiziale anticomunismo al sistematico trasformismo con le altre parti politiche). Biblioteca Gino-Bianco
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